Il pd deve tornare a occuparsi dei problemi di cui si parla a tavola, nelle case degli italiani

  • Il Pd deve fare un bagno nella realtà del paese, evitando il rischio di vivere in un multiverso.
  • Un impianto culturale radicaleggiante, libertario individualista minoritario nel paese.
  • Il Pd ha esasperato il tema dei diritti civili-individuali che provocano fratture anche fra i progressisti.
  • L’incessante tentativo di imporre nuovi modelli culturali ideologici ha provocato esasperazione e rifiuto.

“Si parta da un grande dibattito popolare, centrato su una quindicina di temi che stanno a cuore alla gente, quelli dei quali si parla a tavola: energia, scuola, salute, cambiamento climatico” cosi Romano Prodi sprona il PD dopo la sconfitta elettorale. Insomma il partito faccia un bagno nella realtà del paese evitando il rischio di vivere in un “multiverso”. Cambiare l’ennesimo segretario non servirà se non si affrontano i nodi culturali che determinano la linea politica.

Un impianto culturale radicaleggiante, libertario individualista minoritario nel paese. Ha perso la connessione tra diritti e doveri (art 2 della Costituzione). Ancora Prodi a suo tempo aveva consigliato di concentrarsi sui diritti sociali a partire dal lavoro e meno su quelli individuali. Invece il Pd ha esasperato il tema dei diritti civili-individuali che andando a toccare temi antropologici sensibilissimi (vita, sessualità e morte), provocano inevitabili fratture anche fra i progressisti; passando dalla teorie dell’identità di genere postulata nel Dl Zan, da genitore 1/2 sino ad arrivare a riformulazioni linguistiche come l’uso di asterischi e della ‘schwa’ per eliminare il maschile e femminile, è stato un incessante tentativo di imporre nuove letture e modelli culturali sino a diventare ideologiche provocando quindi esasperazione e rifiuto. La giusta cura dei diritti umani personali senza discriminazioni passa dal più alto, ampio e profondo principio sancito dall’art. 3 della Costituzione. Lo ius scholae è sacrosanto ma ci siamo arrivati dopo tanta confusione sui principi di accoglienza (giusta ma ben regolata) e di cittadinanza. La questione meridionale cioè il divario Nord Sud, che non deve essere assistenzialismo ma sviluppo sociale ed economico, è stata poco coltivata. Che la prima donna presidente del consiglio sia della destra conservatrice segnala un’altra anomalia del campo progressista. Inoltre se “sinistra” significa -partecipazione- allora questa legge elettorale è del tutto inappropriata perché la disincentiva centralizzando nel vertice le decisioni; bisogna ripristinare le preferenze come per le elezioni comunali.

In questo contesto il cattolicesimo democratico, cultura fondativa del Pd, si è sperso in tanti rivoli correntizi rinunciando ad esercitare la propria leadership culturale, sempre impegnato a mediare e poco a confutare e a riproporre con fermezza. Anche dissentire serve a costruire. L’ecologia umana integrale di Papa Francesco suggerisce ampie e fondamentali traduzioni politiche. Se questo impianto non verrà rivisto, modificato e aggiornato, cambiare segretario non servirà a rilanciare il Pd che rimane certo un vero partito ove la democrazia interna si esercita mentre altri soggetti sono una proprietà di pochi e con un radicamento nazionale e tanti buoni amministratori locali. Ma e’ un partito divenuto poco popolare, non a caso va bene nelle città dove si sta bene ma non dove si sta male, in tal senso se dovessi indicare un nuovo nome proporrei “Popolari democratici”.

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