Sanzioni, l’Italia all’avanguardia del progetto europeista
Si tratta di una decisione che rende il governo italiano il principale riferimento di tutti coloro che vogliono una nuova Europa capace di ridare forza al sogno dei padri fondatori.
Si tratta di una decisione che rende il governo italiano il principale riferimento di tutti coloro che vogliono una nuova Europa capace di ridare forza al sogno dei padri fondatori.
Le guerre in ex-Jugoslavia non parlano del loro passato nei Balcani ma del nostro futuro in Europa. Il messaggio dell’ultimo libro di Marco Travaglini fa riflettere oggi che la stessa propaganda da clima di guerra viene creata ad arte nei confronti della Russia.
L’Europa non ha bisogno di un nemico. L’Italia lo deve sostenere a Bruxelles ed in sede Nato. Se non vogliamo nei fatti ripudiare la nostra Costituzione, anziché la guerra, dobbiamo affermarlo con azioni politiche coerenti.
Quanto accadde nella Venezia Giulia nel lungo secondo dopoguerra giuliano, si ripete, oggi, in altri angoli del mondo. Sta a noi fare tesoro di quella terribile esperienza, trarne una lezione per rendere migliore il tempo che ci è dato di vivere. Per noi, è quindi fondamentale ricordare, portare nel cuore, per conservare la memoria di storie, persone, vicende che hanno provato sulla loro pelle ciò che, oggi, altri provano altrove; altri che bussano alle nostre porte e che è nostro dovere accogliere; per rendere meno amari, per quanto possibile, l’esilio, la lontananza, l’abbandono delle proprie radici.
Il cantiere della pace è la nostra anima. A questo in primis ci richiama il messaggio di Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale della Pace.
Non è la prima volta che un capo del Cremlino varca la soglia del Vaticano ma questa volta le attese e le speranze di frutti positivi sono maggiori che in passato per almeno tre ragioni: la pace nel mondo, un cambio di paradigma per uscire dalla crisi, il dialogo ecumenico con la chiesa ortodossa.
Mezzo secolo, ma non li dimostra perchè resta più attuale che mai e, probabilmente, lo sarà sempre. Stiamo parlando della Pace in Terris, l’ultima enciclica di Giovanni XXIII, di cui si celebra l’11 aprile i cinquant’anni.