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Il vino nuovo della democrazia

L’otre vecchia del riformismo, il Pd, appare destinata ad essere sempre più identificata dall’elettorato popolare come l’ultimo baluardo dell’establishment. Le culture riformiste, comprese quelle di matrice cattolico democratica, devono riflettere su una iniziativa politica comune per il futuro.

Cattolicesimo democratico: la fecondità di una cultura

La fondatezza della scelta compiuta per il Colle riguarda certamente l’uomo, poiché tutto nella vita di Mattarella richiama al rispetto delle istituzioni e al segno della legalità repubblicana, ma si giunge a riflettere sulla sua cultura politica, sulle sue idee di fondo, sul patrimonio ideale che, da sempre, lo anima.

Cosa può voler dire oggi cattolicesimo democratico?

L’inarrestabilità e l’imprevedibilità del processo storico hanno drasticamente cambiato i segni dei tempi così come venivano letti dall’enciclica “Pacem in terris”. Il discorso sulla recezione del concilio è quindi in buona misura interno alla cultura del cattolicesimo democratico e ne segna le metamorfosi e gli esiti.

Il video dell’intervento di Giovanni Bianchi.

Verso la terza repubblica: abbracciare il futuro, invece di temerlo

Intenso e convincente l’intervento di Andrea Olivero, che ha portato nel dibattito sulla terza Repubblica l’attenzione ai più deboli e ai più semplici, che poi sono le tante persone per bene e oneste che incontrano ogni giorno le Acli.
Appare significativo che Olivero abbia proposto in un simile contesto i valori e la ricchezza dell’esperienza delle Acli, che possono essere portati in ogni contesto, spendibili perché cristiani e vicini all’uomo, al suo bisogno.
Olivero ha auspicato un governo capace di integrare l’agenda dei tecnici con un’agenda sociale fatta di questioni precise (in particolare quelle lavoro e welfare) e proposte concrete.

Cattolici: un gioco ad incastro

Piuttosto che tortuosi disegni ed elucubrazioni politicistiche bisognerebbe forse riprendere in mano gli insegnamenti degli antichi maestri per cercare di darvi nuovo contenuto alla luce dei bisogni dell’ora. Come dice un vecchio saggio del cattolicesimo italiano, don Vittorio Cristelli una possibile “Todi 2” richiede “un esame di coscienza e una conversione”, ricordando sempre “la concezione di Paolo VI per il quale da un’unica fede possono nascere opzioni politiche diverse, nessuna delle quali però può arrogarsi il diritto di parlare a nome dell’intera Chiesa”.