L’Eurispes: dalla crisi attuale la sfida di una “buona società”


Da oltre trent’anni l’Eurispes fornisce annualmente una radiografia della società italiana che è nel contempo un abbozzo anticipatore delle sue tendenze. Il Rapporto Italia 2022, presentato oggi a Roma, fotografa i processi innescati nel Paese “in un momento di passaggio cruciale, in uno snodo della storia”, come ha sottolineato il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, citando il recente intervento del presidente del consiglio Mario Draghi al Parlamento Europeo nel quale la crisi attuale veniva definita “insieme umanitaria, securitaria, energetica ed economica”. E individua anche i punti fermi dai quali ripartire, “dall’Italia che funziona”.

La duplice emergenza sanitaria e bellica ha provato duramente il Paese. Sul piano economico quasi il 60% degli italiani pensa che vi sia stato un peggioramento e per il futuro la convinzione del 47% è che la condizione economica generale sia destinata a peggiorare ulteriormente, solo il 6,4% pensa che possa migliorare.

Le famiglie si barcamenano tra stabilità e peggioramento: il 36,5% dei cittadini afferma che la condizione economica propria e della sua famiglia nell’ultimo anno è rimasta sostanzialmente stabile, mentre per il 39,4% è peggiorata. Quasi la metà delle famiglie è costretta ad utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese, dato in crescita dell’8,2% rispetto al 2021 e certo non tranquillizzante in considerazione di un’inflazione prevista in costante ascesa, mentre sono sempre di più le persone che affermano di avere difficoltà a pagare le utenze di gas, luce, ecc.: con il 34,4% di risposte affermative si registra quest’anno la percentuale più alta della serie storica considerata, 2017-2022 (+7,4% sul 2021).

Vi sono poi nel Rapporto dati che sembrerebbero attestare il fatto che, paradossalmente, la pandemia abbia lasciato in eredità un Paese meno protetto sotto il profilo sanitario e dello stato sociale. Circa una famiglia su quattro affronta con fatica le spese mediche (24,5%) e quasi un terzo, 31,6%, di chi avrebbe avuto bisogno di una badante per sé o per un proprio caro, vi ha rinunciato e il 27,5% dei genitori ha rinunciato alla baby sitter. Molti, oltre la metà del campione, sembrano condurre una vita più sedentaria, hanno perso l’abitudine di frequentare la palestra e/o la piscina (52,4%).

Ci si attenderebbe almeno un aumento dell’efficienza dell’assistenza sanitaria di base e invece sembra stia accadendo il contrario: il 44% degli italiani afferma di aver evitato di far visite di controllo nel corso dell’ultimo anno per non frequentare luoghi a rischio di contagio Covid ed il 42,4% ha incontrato difficoltà per essere visitato dal medico di base. Un terzo dei cittadini (33,3%) si è visto rimandare un intervento chirurgico o una terapia per indisponibilità delle strutture sanitarie, una quota di poco inferiore (31,8%) ha incontrato difficoltà a trovare assistenza sanitaria dopo aver contratto il Covid, il 28,5%, quando ha avuto un problema di salute, ha rinunciato a visite e/o esami per timore di contagiarsi nelle strutture sanitarie.

Dati che ripropongono la necessità di rinsaldare la fiducia nelle istituzioni, anche attraverso un dibattito su alcune riforme istituzionali. L’Eurispes ha sondato il livello di gradimento delle modalità di elezione del Presidente della Repubblica. Poco più della metà degli italiani (51,5%) non è a favore dell’introduzione dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Confrontando le risposte ottenute lo scorso anno, nella rilevazione del 2021, permane la spaccatura tra contrari e favorevoli: il 50,8% non era favorevole, mentre lo era il 49,2%.

Ma le preoccupazioni che più affliggono gli italiani sono soprattutto due: i conflitti internazionali, la minaccia dell’estensione della guerra e l’aumento dei prezzi dell’energia: l’84,3% degli italiani è preoccupato dalla possibilità di un conflitto mondiale. Ma la crisi energetica preoccupa anche di più (87,3%). Per questo nel passaggio storico che stiamo vivendo, come ha affermato il Presidente dell’Eurispes, Fara, occorre operare per la costruzione di una “Buona Società” al di là di ogni semplificazione ideologica, con un realismo che sa cogliere nelle difficili condizioni date degli spiragli per una società più equa e più coesa.

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