Natale, il Fondo e le sorprese dei numeri

A un anno dall’attivazione del Fondo Famiglia e Lavoro, che il cardinal Tettamanzi annunciò nella Messa di Mezzanotte del 2008 in Duomo, è tempo di un primo bilancio.

Molto è già stato autorevolmente scritto, soprattutto per sottolineare la tempestività e la concretezza di un’iniziativa che simbolicamente ha fatto sì che tutti si interroghino su quanto personalmente possano fare per rendere meno pesante la crisi. In questa sede non vogliamo esercitarci in considerazioni di carattere generale, tentiamo di far parlare i numeri che, spesso, suggeriscono riflessioni molto concrete e, talvolta, senza appello.

Il Fondo, come molti di voi sapranno, è stato attivato grazie a un milione di euro messo a disposizione personalmente dall’Arcivescovo e a un altro milione stanziato dalla Fondazione Cariplo (che recentemente è di nuovo intervenuta con un cifra ancora superiore). Il resto della della dotazione, che ha ormai raggiunto i 6 milioni e 200 mila euro, è stato garantito da donazioni di privati e dai versamenti delle parrocchie. Proponiamo qualche considerazione proprio su questi ultimi.

A fine ottobre il totale versato dalle parrocchie non raggiungeva il milione di euro, questo significa che in media sono stati versati al Fondo dell’arcivescovo circa 1000 euro a parrocchia. Se ogni parrocchia avesse destinato allo scopo una raccolta domenicale delle offerte, avremmo raggiunto ben altri livelli.

Il decanato che ha offerto di più in termini assoluti è il Centro Storico di Milano con 70.000 euro che fanno 2500 euro per parrocchia. E’ vero che molti privati avranno provveduto per conto loro, ma da coloro che frequentano le S. Messe nella parrocchie del centro, forse, ci si poteva aspettare qualcosa di più.

E’ andata anche peggio in Brianza. Va bene che la crisi colpisce duro, ma che le singole parrocchie del decanato di Lissone abbiano garantito in media appena 365 euro e quelle del decanato di Cantù addirittura 200 suona per lo meno strano. Soprattutto se si considera che a Quarto Oggiaro hanno versato 430 euro. Le medie, lo sappiamo bene, spesso ingannano, ma possono anche suggerire qualche riflessione.

Il Fondo, nelle intenzioni del Cardinale, doveva anche promuovere una campagna di sensibilizzazione nelle parrocchie. Anche in questo caso l’obiettivo è stato raggiunto, visto che si sono contati a decine gli incontri di riflessione e approfondimento sulla crisi. Vale però la pena di prendere in considerazione qualche altro numero per tentare di misurare l’efficacia dell’intervento concreto. I decanati che hanno avuto più erogazioni, ovvero hanno aiutato più persone, sono stati quelli di Cernusco e Vimercate, mentre la zona pastorale più “aiutata” è stata quella di Monza. I territori citati non sono certo immuni dalla crisi, ma non possono essere neppure considerati tra quelli più problematici, almeno sulla carta. Forse il loro primato a livello di persone aiutate ci dice che la rete delle Caritas e dei circoli ACLI lì funziona meglio che altrove.

Per ora i numeri possono bastare, ma la sensazione che le parrocchie potessero reagire con maggiore celerità e generosità alle sacrosante sollecitazioni dell’Arcivescovo.

Niente paura, c’è comunque tempo per recuperare, visto che la crisi non passerà tanto in fretta.

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