Tutti uniti contro le barbarie

L’Isis non esita a profanare i luoghi sacri e ieri in Francia – con l’attacco alla chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray e l’assassinio del parroco sgozzato da due militanti islamici – ce ne ha dato drammaticamente prova. C’è da chiedersi se non verrà addirittura il giorno in cui anche le moschee finiranno nel mirino di questo fanatismo che nulla ha di religioso ma che è unicamente un bieco materialismo omicida.

Adesso è toccato a una piccola parrocchia di un semisconosciuto paese della Normandia. Vittima un sacerdote di 86 anni. Un’età in cui probabilmente si pensa spesso alla morte ma che certo non ci si può prefigurare in un modo tanto assurdo. La Francia, dopo il massacro perpetrato a Nizza, torna dunque nel mirino del fondamentalismo e nel frattempo, nei giorni scorsi, bersaglio è stata la Germania, prima a Wurzburg e poi a Monaco

E’ un vero e proprio assedio quello che oggi sta subendo l’Europa ma che non ci deve mai far dimenticare, e troppo spesso lo facciamo, l’enorme tributo di sangue versato dalle popolazioni dell’Iraq, della Nigeria o dell’Afghanistan. Di certo l’Isis è da mesi in grave difficoltà sul proprio territorio, a causa della duplice e concentrica avanzata delle truppe irachene e dei peshmerga curdi, supportati dall’appoggio logistico russo ed americano. Eppure è proprio in questa fase che vi è il rischio di una maggior ferocia, perchè l’ultima zampata di una tigre morente è spesso la più letale.

Questo significa che, oltre a proseguire l’azione militare, è necessario rafforzare l’attività di intelligence e di investigazione sul territorio per raccogliere tutte le informazioni idonee a prevenire, per quanto possibile, nuovi attentati. Un’intensificazione delle operazioni di polizia, tra intercettazioni, controlli, perquisizioni ed arresti e detenzione rappresenta il secondo decisivo elemento. Una maggior fermezza in ambito giudiziario, evitando troppo facili sconti di pene con formule alternative al carcere, fornisce un’ulteriore quota di deterrenza.

In questo quadro diviene poi indispensabile un’ampia collaborazione a livello europeo perchè è evidente che la lotta al terrorismo è una questione sovranazionale che oltrepassa i vecchi e logori confini tra i Paesi europei che qualcuno, specie all’estrema destra, vorrebbe riproporre.

E poi, e questo vale un po’ dappertutto, occorre evitare di dar fiato alle polemiche, alle sterili contrapposizioni, a quella penosa ricerca di visibilità politica per trarre un guadagno elettorale dalla situazione di emergenza nella quale stiamo vivendo. Siamo in guerra, lo ha detto anche il Papa, che ha però giustamente precisato non trattarsi di un conflitto religioso, perchè il lugubre integralismo dell’Isis è solo un’orrenda controfigura della fede in Maometto. Ma se dobbiamo confrontarci con un nemico che vuole distruggere la nostra convivenza civile, non possiamo allora permetterci il lusso della divisione. Il seme della zizzania è infatti quanto di meglio possiamo offrire a chi vuole colpirci, perchè lo potrà fare con sempre maggior vigore nella certezza di alimentare un circolo vizioso che finirà per indebolirci sempre di più.

Di fronte a questa drammatica sfida è più che mai il tempo dell’unione attorno ai nostri valori. In questo è stato molto netto il presidente francese Hollande chiedendo al Paese e alle forze politiche la massima unità di intenti. Qualcosa di essenziale per rasserenare gli animi dei cittadini e non dare corpo ai peggior fantasmi che si celano dietro le nostre paure, dai rigurgiti nazionalisti alla semplicistica equivalenza tra immigrazione e terrorismo.

Intaccare lo Stato di diritto, indebolire la laicità non sono le ricette per combattere questo nemico perchè è esattamente quello che vuole. Attendiamo infine un chiaro ed inequivocabile segnale dalle autorità musulmane, chiamate a scomunicare e ad estromettere definitivamente dalla comunità dell’Islam i folli adepti del fondamentalismo. E questo è, a ben vedere, il pezzo ancora mancante e forse il punto davvero decisivo per la vittoria della convivenza civile sulle barbarie.

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