Nel 2011 ci sono stati ben 74 suicidi nelle carceri italiane e le condizioni di molti istituti penitenziari non sono davvero sostenibili.
Nonostante l’impegno encomiabile della polizia penitenziaria di cui si parla troppo poco. Gli agenti sono spesso costretti a lavorare in situazioni molto difficili.
I dati in un articolo de “Il Fatto quotidiano”

La vigilia di Natale ero nel carcere di San Vittore per partecipare alla S. Messa natalizia presieduta dal cardinal Scola e per far visita ad alcuni detenuti.
Vi riassumo alcune delle parole pronunciate dall’Arcivescovo di Milano davanti ai detenuti. Mi sembrano un utile invito alla riflessione.

Amore e speranza vincono la solitudine.
Dovete avere la certezza che la pena può far risorgere, per questo vi invito ad accettare la pena e a personalizzarla.
Nessun uomo può essere ridotto al suo reato.
La dignità dell’uomo non è distrutta dal male commesso, ma questo impone una responsabilità.
Non possiamo accettare un concetto di pena e di espiazione che non sia per la rinascita dell’io.
Una società mostra il suo grado di civiltà da come tratta i suoi luoghi più difficili.
La crisi non deve pesare su coloro che sono gli ultimi nella società.
Condividere la vostra situazione è condizione perché giustizia e pace non siano parole vuote.
Bisogna guardare in modo nuovo alla pena e ai luoghi di espiazione della pena.
Non cedere dipende da te: chi rimanda il cambiamento a domani continuerà a non cambiare.
Usate bene questo tempo che vi è dato.

Frasi raccolte in modo non organico nell’ambito dei tre discorsi che il Cardinale ha fatto a San Vittore, presso la sezione femminile, il reparto sanitario e la Rotonda (durante l’omelia della Messa). Mi sembra che ci siano molti spunti su cui riflettere e un invito esplicito: non dimentichiamoci delle carceri.