La nuova stagione del Teatro alla Scala

Il più celebre teatro lirico del mondo presenta un cartellone nel segno della sua migliore tradizione, con grandi stelle e appuntamenti da non perdere.

Tredici saranno i titoli operistici della stagione 2021-2022, che si inaugurerà, come di tradizione, il 7 dicembre, con una nuova produzione di Macbeth di Giuseppe Verdi diretta da Riccardo Chailly, direttore musicale del Teatro alla Scala.

Ma nutrita sarà anche l’appendice autunnale che, da settembre prossimo, riporterà finalmente il pubblico a teatro con ben sei titoli, che spaziano da tre opere di Rossini (L’italiana in Algeri, Il barbiere di Siviglia e Il turco in Italia), a La Calisto di Cavalli, da L’elisir d’amore di Donizetti alla prima assoluta di Madina, opera del compositore Fabio Vacchi.

Ricca di appuntamenti anche la Stagione Sinfonica e di Balletto.

Riportiamo la presentazione del cartellone a cura del Sovrintendente e Direttore Artistico Dominique Meyer.

La Stagione Lirico-Sinfonica 2021 ~ 2022

Dominique Meyer

Sovrintendente e Direttore artistico

Gli spettatori che torneranno nel loro Teatro a partire dal prossimo settembre troveranno una Scala rinnovata. In questo primo anno da Sovrintendente ho trovato una squadra entusiasta e determinata, dalle masse artistiche agli uffici, dal palcoscenico ai laboratori, che ha lavorato con serenità e passione per rendere possibile il progetto che oggi vi presentiamo. Il lungo periodo della pandemia ha costretto tutti noi a molte rinunce ma non ha fermato la macchina scaligera. Da un lato nonostante le interruzioni imposte dai lockdown e anche dai focolai non ci siamo fermati e nel corso del 2020 abbiamo realizzato oltre 100 spettacoli; dall’altro abbiamo impiegato questi mesi per ripensare e riordinare gli assetti del Teatro per presentarci al momento del ritorno del nostro pubblico con una Stagione di alto profilo artistico e una struttura rinnovata, più moderna, più accogliente e più sostenibile. 

Il programma della Stagione 2021~2022

Nel corso della Stagione 2021~2022 il Teatro alla Scala presenta 13 allestimenti d’opera, dei quali uno solo è stato già visto dal pubblico milanese: 9 sono nuove produzioni e 3 sono spettacoli provenienti da altri teatri. La scelta di repertori e interpreti è improntata a un principio di varietà ed equilibrio per permettere al pubblico di ascoltare e vedere un’ampia gamma di opere e artisti.  Si conferma la centralità della tradizione italiana con otto titoli dal Settecento al Novecento, ma si ascolteranno anche capolavori del repertorio francese, russo, austriaco, tedesco, inglese. Due sono le opere che vengono rappresentate alla Scala per la prima volta, Thaïs di Massenet e The Tempest di Adès. Giuseppe Verdi è l’unico compositore presente con tre titoli, gli altri ne hanno uno per ciascuno, e anche tra interpreti solo pochi artisti ricorrono in diverse produzioni. Accanto al Direttore Musicale Riccardo Chailly nel prossimo anno saranno alla Scala grandi Maestri come Daniel Barenboim, Valery Gergiev, Esa-Pekka Salonen, Christian Thielemann. Tornano interpreti autorevoli come Ottavio Dantone, Evelino Pidò e Tugan Sokhiev. Sono particolarmente lieto della presenza di due trentenni di grande talento, Lorenzo Viotti e Michele Gamba, e di una lunga lista di debutti che include Thomas Adès, Alain Altinoglu, Marco Armiliato, Giampaolo Bisanti, Michael Boder, Frédéric Chaslin, Pablo Heras-Casado, e Speranza Scappucci. Tra i registi debuttano invece Marco Arturo Marelli, Adrian Noble e Olivier Py. I cast presentano un panorama completo delle più grandi voci del nostro tempo ma offrono spazio anche ai migliori giovani cantanti che si affacciano alla professione. 

Le nuove produzioni

Il Direttore Musicale Riccardo Chailly dirige due nuovi allestimenti di titoli verdiani: il Macbeth inaugurale di Stagione con la regia di Davide Livermore e un cast che schiera Anna Netrebko, Luca Salsi, Francesco Meli e Ildar Abdrazakov e Un ballo in maschera con Sondra Radvanovsky, nuovamente Francesco Meli che prosegue nella sua galleria di grandi personaggi verdiani alla Scala, e Luca Salsi: occasione per il debutto registico di Marco Arturo Marelli, apprezzato nei teatri europei per lo stile elegante ed essenziale. 

Torna in Stagione Vincenzo Bellini, che dei grandi operisti italiani dell’Ottocento è il meno eseguito: I Capuleti e i Montecchi sono diretti da Evelino Pidò con la regia di Adrian Noble, anche lui alla sua prima opera alla Scala, e un cast ideale formato da Lisette Oropesa, Marianne Crebassa, René Barbera e Michele Pertusi. 

Terzo debutto registico con il vulcanico Olivier Py, cui è affidata la prima milanese di Thaïs di Massenet diretta da Lorenzo Viotti con le splendide voci di Marina Rebeka, Ludovic Tézier e Francesco Demuro. 

Valery Gergiev, dopo il caloroso successo della recente Chovanščina, propone un altro caposaldo del repertorio russo con La dama di picche di Čajkovskij nella regia di Matthias Hartmann, protagonisti Asmik Grigorian (in alternanza con Elena Guseva) e Najmiddin Mavlyanov. 

Frédéric Chaslin, colta e originale figura di direttore e compositore, debutta nella buca scaligera con La Gioconda di Amilcare Ponchielli nell’allestimento di Davide Livermore, protagonisti Sonya Yoncheva, Daniela Barcellona, Judit Kutasi, Fabio Sartori, Roberto Frontali ed Erwin Schrott. 

Il Teatro alla Scala presenta una nuova produzione di Rigoletto a ventotto anni da quella di Gilbert Deflo e la affida a un regista di riferimento come Mario Martone e a un giovane direttore come Michele Gamba, protagonisti Enkhbat Amartüvshin, Nadine Sierra e Piero Pretti. 

Il progetto Accademia guarda al XVIII secolo con Il matrimonio segreto di Cimarosa: i giovani allievi saranno guidati musicalmente da Ottavio Dantone e scenicamente da Irina Brook, maestra di ironia che ha recentemente debuttato con il dittico dedicato a Kurt Weill diretto da Riccardo Chailly. 

Fedora di Umberto Giordano sarà riletta dallo sguardo cinematografico di Mario Martone e Margherita Palli con la direzione di Marco Armiliato e la carismatica coppia di protagonisti formata da Sonya Yoncheva e Roberto Alagna. 

Produzioni provenienti da altri teatri e riprese

Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea torna alla Scala nell’allestimento concepito da David McVicar per il Covent Garden e segna il debutto alla Scala del milanese Giampaolo Bisanti, direttore del Teatro Petruzzelli di Bari. Due cast regali vedono alternarsi Maria Agresta e Anna Netrebko, Freddie De Tommaso al debutto scaligero e Yusif Eyvazov, Anita Rachvelishvili e Elena Zhidkova, Alessandro Corbelli e Ambrogio Maestri. 

Don Giovanni, unica ripresa della Stagione, torna nel celebre allestimento di Robert Carsen che ha aperto la Stagione 2011~2012 a incorniciare il debutto di Pablo Heras-Casado con le voci di Christopher Maltman, Alex Esposito, Hanna-Elisabeth Müller, Emily D’Angelo e Bernard Richter. 

Dalla Wiener Staatsoper proviene l’Ariadne auf Naxos nell’elegante allestimento novecentesco di Sven-Eric Bechtolf. Anche in questo caso c’è un debutto sul podio, quello di Michael Boder, e un cast di grande prestigio le cui punte sono la protagonista Krassimira Stoyanova, Stephen Gould che oggi può padroneggiare meglio di chiunque altro la difficile parte di Bacchus e la rivelazione Erin Morley come Zerbinetta. 

Nel 2022 l’opera contemporanea che presentiamo in Stagione è un capolavoro riconosciuto e rappresentato in tutto il mondo ma mai ascoltato a Milano, in un allestimento celebre e in parte ambientato proprio nella sala del Piermarini: The Tempest di Thomas Adès nello spettacolo di Robert Lepage coprodotto da Metropolitan e Wiener Staatsoper conclude degnamente la nostra Stagione shakespeariana inaugurata da Macbeth, con il compositore sul podio e Leigh Melrose e Isabel Leonard protagonisti. 

I concerti

Gli appassionati di concerti troveranno molte novità: alla tradizionale Stagione Sinfonica di sette concerti con Orchestra e Coro del Teatro, ai concerti straordinari e ai Recital di canto si aggiungono un nuovo ciclo di Orchestre ospiti e uno di Grandi pianisti, ciascuno con 5 appuntamenti. Rinnovati anche i Concerti da camera con i solisti e i gruppi dell’Orchestra che trovano una collocazione più intima nel Ridotto dei Palchi. Abbiamo ripensato e ampliato le proposte per il pubblico più giovane, che assumeranno un rilievo sempre maggiore: alle riduzioni di opere del grande repertorio cui si affiancheranno in futuro le commissioni di lavori esplicitamente destinati ai ragazzi. Ai più piccoli saranno destinati i concerti della domenica pomeriggio in una nuova formula più narrativa e spettacolare pensata da Mario Acampa, mentre nuovi appuntamenti con un carattere più esplicitamente didattico per i ragazzi più cresciuti sono previsti per il lunedì. 

La Stagione di balletto, non meno importante della Stagione d’opera, è presentata in dettaglio dal Direttore Manuel Legris. 

La stagione di balletto

Manuel Legris

Direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala

Nel pensare alla mia prima Stagione ho voluto tenere conto dell’identità del Balletto scaligero, proseguendo un percorso che rispetta storia, qualità e valore artistico della Compagnia nell’equilibrio fra tradizione e apertura alle nuove voci che animano la scena internazionale. Ritroveremo allestimenti che esaltano la macchina teatrale scaligera, titoli saldi, grandi storie, classici letti dalla sensibilità del Novecento, ma daremo spazio a nuove creazioni e a lavori importanti mai visti prima sul nostro palcoscenico, per arricchire il repertorio invitando originali firme del nostro tempo e dare il giusto tributo ad autori di altissimo livello. 

Sette sono i programmi, con un trittico e un dittico, quindi dieci titoli che portano alla Scala molte novità: due creazioni per gli artisti della Compagnia in prima assoluta, tre debutti di lavori già noti ma mai presentati sul nostro palcoscenico e cinque titoli ripresi dal nostro repertorio.

Le novità già in apertura di Stagione, con il debutto de La bayadère di Rudolf Nureyev, mai rappresentata da altre compagnie al di fuori del Balletto dell’Opéra di Parigi per cui fu creata nel 1992. Ora per la prima volta verrà messa in scena alla Scala dagli artisti del Corpo di Ballo, con Svetlana Zakharova in due recite a gennaio, e verrà presentata con un nuovissimo allestimento: scene e costumi saranno firmati da Luisa Spinatelli. Le novità proseguono a gennaio con un trittico: in prima assoluta Solitude Sometimes, nuova creazione che ho affidato a Philippe Kratz, talento in crescita che apprezzo per l’originalità e la particolarità del suo universo artistico; in debutto nazionale Anima Animus di David Dawson, creato nel 2018 per il San Francisco Ballet su musica di Ezio Bosso. Coreografo di grande reputazione internazionale, Dawson è tra i principali autori contemporanei a lavorare con il linguaggio classico, trasformandolo con il suo stile in nuove modalità. Il ritorno in scena di Bella Figura, gioiello creato nel 1995 e presentato per la prima volta dai nostri artisti nel 2009, è un omaggio a Jiří Kylián attraverso uno dei suoi capolavori. I debutti proseguiranno in giugno e luglio con una serata-evento interamente firmata da Wayne McGregor e tutta nel segno di Igor’ Stravinskij, con una prima nazionale e una creazione in prima assoluta, a rinnovare il sodalizio della Scala e del suo Corpo di Ballo con il pluripremiato coreografo e la sua straordinaria visione artistica. Alla Compagnia scaligera destina il debutto nazionale di AfteRite, sua prima creazione per l’American Ballet Theatre (2018), nuova e originale interpretazione de Le Sacre du printempse una nuova creazione su un’altra pietra miliare della storia della musica e del balletto: Les noces.

In scena torneranno titoli che fanno parte della storia del balletto e del repertorio scaligero: dopo otto anni Jewels di George Balanchine farà risplendere gli Smeraldi, i Rubini e i Diamanti in una serata preziosa; e torna Oneginesempio perfetto di moderno “dramma in danza” ispirato al romanzo in versi di Aleksandr Puškin¸ che John Cranko riscrisse con maestria e sensibilità, e di cui sarà nuovamente protagonista per alcune recite la nostra étoile Roberto Bolle. Tornano anche altri due titoli a cui sono particolarmente legato, tappe importanti della mia nuova vita scaligera: Sylvia, che ha inaugurato la Stagione 2019/2020 e mi ha permesso di conoscere e mettere in risalto gli artisti del Balletto scaligeroe Giselle, balletto romantico per eccellenza, protagonista delle tournée internazionali e delle recenti Stagioni, fino alla memorabile edizione del 2020 alla straordinaria presenza di Carla Fracci. 

Infine, una bella notizia anche nella Stagione in corso: in ottobre verrà presentata Madina, creazione musicale e coreografica che congiunge per la prima volta le sensibilità e originalità artistiche di due grandi autori del nostro tempo, con le coreografie di Mauro Bigonzetti e la prima mondiale della composizione di Fabio Vacchi; una nuova sfida anche per l’étoile Roberto Bolle, che ne sarà protagonista in diverse recite.

Grandi aspettative, speranze e progetti: con grande gioia presento questa programmazione, con il pensiero di un nuovo inizio e di un nuovo cammino che proseguirà assieme agli straordinari artisti del Balletto della Scala. 

La programmazione d’autunno 

Tra settembre e novembre, prima dell’inizio della nuova Stagione, la Scala presenta 5 produzioni d’opera delle quali 2 sono nuove e una è stata vista per una sola sera. La Scala riapre con l’esplosione di allegria di tre capolavori buffi di Rossini mettendo in scena uno spettacolo storico come l’Italiana di Ponnelle diretta da Dantone, una novità di rilievo come Il barbiere diretto da Riccardo Chailly con la regia intelligente e poetica di Leo Muscato e l’allestimento del Turco di Roberto Andò diretto da Diego Fasolis andato in scena per una sola rappresentazione prima del lockdown. L’allestimento de La Calisto di Francesco Cavalli firmato da David McVicar con la direzione di Christophe Rousset porta per la prima volta al Piermarini questo fondamentale compositore della scuola veneziana inaugurando un progetto sul Barocco italiano che si svilupperà nei prossimi anni. L’opera è nata in Italia e i primi secoli della sua storia offrono una ricchezza musicale e teatrale inesauribile. Ultimo titolo d’opera è la ripresa dell’Elisir d’amore diretta da Michele Gamba. Tra i progetti più importanti cancellati dalla pandemia nel 2020 c’è senza dubbio la prima assoluta di Madina, frutto della collaborazione tra il compositore Fabio Vacchi e il coreografo Mauro Bigonzetti. Madina sarà ripresa nel mese di ottobre con l’étoile Roberto Bolle e la direzione di Michele Gamba. 

La struttura artistica

Per realizzare questo progetto artistico al più alto livello era necessario garantire al Teatro alla Scala una struttura artistica stabile assicurando una sicura definizione delle figure in scadenza e andando a completare gli organici. Dopo la conferma dell’incarico di Direttore Musicale al Maestro Riccardo Chailly e la nomina del Maestro Manuel Legris alla Direzione del Corpo di Ballo, il Maestro Bruno Casoni giunge alla conclusione del suo prezioso e quasi ventennale impegno alla guida del Coro scaligero, conservando la guida del Coro di voci bianche. Raccoglie il suo testimone il Maestro Alberto Malazzi, che gli è stato accanto per anni qui alla Scala prima di assumere la Direzione del Coro del Teatro Comunale di Bologna e che ha raccolto un caloroso consenso. Consolidata la guida artistica del Teatro per i prossimi anni, abbiamo riattivato le procedure di concorso per completare entro l’autunno gli organici dei complessi artistici: Orchestra, Coro e Corpo di Ballo troveranno un assetto certo e costante nel tempo su cui fondare un’ulteriore crescita artistica. 

Una Scala inclusiva e accessibile 

Numerose novità riguardano le strategie di accesso al Teatro, gli abbonamenti e i prezzi. Il Teatro alla Scala ha già una percentuale consistente di ricavi di biglietteria: non ho alcun desiderio di alzare questa percentuale o battere dei record con una politica di prezzi elevati. Al contrario dobbiamo dire con chiarezza che il mondo della musica classica non soffre una crisi di interesse da parte del pubblico ma talvolta una deriva dei prezzi che hanno generato un allontanamento da parte di molti appassionati. Il Teatro alla Scala ha bisogno di una strategia di inclusione e già dalla prossima Stagione abbiamo dato alcuni segnali importanti. I turni di abbonamento sono stati ridotti da 5 a 4 ed è diminuito il numero dei titoli in abbonamento. La Scala ha avuto in passato una percentuale molto elevata di posti collocati nella fascia di prezzo più alta: tutta la platea e moltissimi posti in palco. Abbiamo rimodulato la pianta del Teatro introducendo la seconda fascia di prezzo in platea e differenziando i prezzi all’interno dei palchi, riducendo ulteriormente il prezzo dei posti con scarsa visibilità. Infine abbiamo allineato i concerti delle Orchestre ospiti a quelli della Stagione sinfonica del Teatro, con i posti migliori venduti a 95 euro. Un progetto che ci sta particolarmente a cuore è “Un palco in famiglia”, realizzato con il sostegno di Esselunga, che permetterà agli adulti che acquistano un posto a prezzo intero in alcuni palchi di acquistare altri posti a 15 euro per minori di 18 anni. Proseguono inoltre abbonamenti e anteprime per gli Under30 che da anni avvicinano i giovani adulti contribuendo a formare il nuovo pubblico scaligero. 

La Scala che cambia nella Milano del prossimo decennio 

Il Teatro alla Scala immagina il suo futuro con progetti ambiziosi che si inseriscono nelle trasformazioni della Città. Lo scorso 26 aprile abbiamo posato la prima pietra del nuovo edificio che sorgerà in via Verdi e che completerà il disegno dell’architetto Botta permettendo di riunire in un solo complesso tutti gli uffici del Teatro, ampliare il palcoscenico, garantire ai musicisti una sala d’avanguardia per le prove e le incisioni. Procede intanto il piano per la costruzione di una cittadella del teatro e della musica nell’area di Rubattino che riunisca magazzini, laboratori e occasioni di produzione artistica contribuendo alla nuova fisionomia del quartiere. All’interno del Teatro abbiamo lanciato tre progetti di innovazione. Il primo è un piano tecnologico che promuova l’innovazione digitale riflettendosi sulle procedure e l’organizzazione del lavoro ma anche sulla diffusione degli spettacoli, che verranno ripresi da un sistema di telecamere fisse che faciliterà la diffusione in streaming in collaborazione con Rai, e sull’accoglienza agli spettatori, che nel 2022 troveranno nello schienale della poltrona di fronte un tablet con la traduzione dei testi in otto lingue e una serie di servizi accessori. Il secondo, conseguenza del primo, è un piano di sostenibilità ecologica che comprenderà la riduzione dell’uso della carta, l’incremento della percentuale di rifiuti riciclati, la scelta dei materiali per gli allestimenti e il ricorso alle energie rinnovabili in linea con un percorso già avviato. Infine abbiamo deciso di dotare il nostro Teatro di un progetto di inclusione che valorizzi il talento e la professionalità delle donne tanto nel comparto artistico quanto in quello organizzativo assicurando la possibilità di emergere in proporzione al proprio talento, equità salariale e dignità di trattamento sul lavoro.    

Il progetto che presentiamo è ambizioso e complesso. L’impegno a costruire un teatro sempre più all’altezza delle sfide dei prossimi anni deve partire da una visione complessiva della Scala che vogliamo, in cui eccellenza artistica, capacità produttiva, semplificazione amministrativa e servizi al nostro pubblico vadano di pari passo inserendosi armonicamente nello sviluppo di una Città che riprende il suo cammino. 

RICCARDO CHAILLY, Direttore Musicale del Teatro alla Scala di Milano.
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