Il virus e i doveri dello Stato, che siamo noi

La salute è un diritto, ma anche un dovere. Lo riscopriamo in questi giorni virali ove senza la fattiva collaborazione di noi cittadini, il pur ottimo servizio sanitario nazionale rischierebbe di collassare. Vale per la salute ma anche per tutti i diritti primari indicati nella Costituzione e nei vari statuti della nostra convivenza sociale. Diceva Antonio Rosmini: che il diritto altro non è che la persona umana, che non c’è distacco tra l’uno e l’altra, ma identità. Non la persona ha diritto, ma la persona è il diritto. Ma ciascun diritto comporta un dovere senza il quale il diritto o non si raggiungerà o sarà debole. Il diritto alla salute comporta il nostro impegno a seguire le norme delle autorità sanitarie per evitare reciproci contagi e quindi la diffusione del male. Il diritto allo studio comporta il dovere dell’impegno per mettere a frutto i propri talenti e restituire alla comunità l’investimento nel capitale umano. Il diritto al lavoro comporta l’impegno a svolgere al meglio le proprie mansioni sia per assicurare alla propria famiglia il giusto sostentamento sia per contribuire al meglio allo sviluppo della propria comunità, del proprio Stato. Il diritto alla libertà e democrazia comporta l’esercizio dei doveri civici e quindi della consapevolezza e partecipazione. E perché lo Stato possa offrire a tutti, donne-uomini e future generazioni pari opportunità di tutele e sviluppo ha bisogno dei mezzi necessari, organizzativi e infrastrutturali il che implica il fabbisogno di risorse economiche. Ed è per questo che ogni cittadino ha il dovere di contribuire nella giusta misura delle proprie possibilità al mantenimento della casa comune. Giuseppe Mazzini ammoniva: colla teoria dei diritti possiamo insorgere e rovesciare gli ostacoli; ma non fondare forte e durevole l’armonia di tutti gli elementi che compongono la nazione. Si tratta dunque di trovare un principio educatore che insegni la costanza nel sacrificio, che vincola ai fratelli senza farli dipendere dall’idea di uno solo. E questo principio è il dovere. Questo è l’anticorpo per debellare il virus dell’individualismo che ha viziato, indebolito e saccheggiato il nostro Paese. Nel mondo della geografia globale delle violenze e ingiustizie, nei conflitti complessi tra torti e ragioni, pretese e bisogni, abbiamo bisogno di principi che ci aiutino a ricomporre i vari frammenti e prospettive. I tribunali non possono rispondere a questi pressanti assilli. Non vi possono essere efficaci risposte se non si rimette al centro la persona, se non si riafferma la natura uguale degli uomini e il destino naturale alla fratellanza. Forse questo imprevisto dramma del nuovo secolo, ci aiuta a riscoprire i nessi cruciali per la nostra sopravvivenza, buona convivenza, sviluppo e vita delle future generazioni. Stiamo recuperando il senso dello Stato, che siamo noi.

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