L’Alleanza contro la povertà compie dieci anni, guardando al futuro

È trascorso un decennio da quando nel 2013 venne costituita l’Alleanza contro la povertà in Italia, organismo che raggruppa un insieme di soggetti sociali che hanno deciso di unirsi per contribuire alla costruzione di adeguate politiche pubbliche contro la povertà assoluta nel nostro Paese.
Per fare il punto su questi dieci anni di lavoro contro la povertà e per riflettere su come le povertà sono cambiate e cresciute dal 2013 a oggi e su cosa abbia fatto e intenda fare, l’Alleanza ha promosso lo scorso 12 dicembre un incontro presso le Acli nazionali a Roma.
In questo suo primo decennio l’Alleanza contro la povertà ha offerto importanti contributi al dibattito pubblico in termini di analisi e proposte che hanno agevolato il conseguimento di importanti risultati sul piano normativo. È il caso della proposta elaborata dall’Alleanza per l’introduzione del Reddito d’Inclusione Sociale (Reis), che, come ha riconosciuto il commissario europeo Paolo Gentiloni nel suo videomessaggio, diede un forte impulso al governo da lui presieduto a varare il Reddito di inclusione (Rei), nel 2017.
Il Rei ha rappresentato una misura organica di lotta alla povertà, la prima introdotta in Italia, che, come ha rivendicato il professore Cristiano Gori, uno degli ideatori dell’Alleanza e del Reis, ha raggiunto circa un milione e quattrocentomila persone in povertà.
L’Alleanza contro la povertà, che è composta da oltre trenta organizzazioni – tra realtà associative, rappresentanze dei comuni e delle regioni, enti di rappresentanza del terzo settore, e sindacati – che portano con loro sia il sostegno di un’ampia base sociale sia l’esperienza della gran parte dei soggetti oggi impegnati nei territori a favore di chi vive condizioni d’indigenza, vuole essere, come ha ricordato Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, un baluardo contro la povertà. Ed anche, come ha affermato l’arcivescovo di Gorizia e presidente della Caritas italiana, Mons. Carlo Redaelli, uno strumento per rimuovere le cause che impediscono una vita dignitosa per tutti.
Non è un caso che, ha osservato Antonio Russo, portavoce nazionale dell’Alleanza contro la povertà, che il progetto di costituire l’Alleanza sia nato dopo la crisi economica del 2008, che ha sancito il tramonto della società dei due terzi, ed ha iniziato a erodere la sicurezza sociale anche fra gli strati più deboli del ceto medio.
Un processo di impoverimento che nel complesso la politica – rappresentata in sala per l’occasione dal sottosegretario all’economia, Sandra Savino – ha faticato a cogliere per tempo, come ha rilevato Gianni Bottalico, ex presidente nazionale Acli ed ex portavoce nazionale dell’Alleanza contro la povertà, nonostante il riconoscimento avuto dall’Alleanza con l’incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del 23 giugno 2014.
L’attenzione alle strategie per arginare il dilagare della povertà risulta ancora più necessaria in una fase che vede, come ha ribadito Cristina Freguja dell’Istat, un incremento della povertà negli ultimi tre anni, arrivata ormai a coinvolgere quasi sei milioni di persone, in pratica un italiano su dieci, e aggravata dall’impennata dell’inflazione che si è ripercossa più duramente sul quinto più povero della popolazione.
Nel corso dell’incontro si è svolta anche la presentazione del volume “Sostegno ai poveri: quale riforma?“, curato dal comitato scientifico dell’Alleanza, che fornisce elementi utili ad una valutazione sia dei limiti del reddito di cittadinanza che delle criticità che presenta la strada intrapresa dal governo con la recente Legge 85/2023 che sancisce il superamento di quello strumento, indicando una direzione verso cui orientare gli sforzi per un nuovo sistema per la lotta alla povertà più adeguato alla situazione venutasi a creare in questi anni venti.

Giuseppe Davicino

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