Tutti gli “ismi” di Armando Testa

Qualche lustro fa, in una polverosa aula di liceo, un allampanato e distratto professore di storia e filosofia insegnava ad alunni silenti, più per necessità che per convinzione, che, nelle sue materie, tutte le desinenze in “ismo” indicavano una sorta di esasperato fallimento o un’ allarmante deviazione. Facendo di molte erbe un unico fascio, dall’imperialismo al colonialismo, dal liberalismo al comunismo, dallo storicismo al darwinismo,… solo per citarne alcuni (e non tra i più pericolosi).

Ma se il concetto è già opinabile in quelle discipline, sicuramente è inaccettabile nella storia dell’arte e, tanto più, nell’esperienza artistica di un pittore che era un pubblicitario e, al contempo, di un pubblicitario che era un artista. Futurismo, surrealismo, espressionismo, dadaismo, cubismo,… queste le ispirazioni di manifesti bellissimi e di quadri incredibili, moderni senza tempo ai quali si affiancano filmati e spezzoni televisivi, dove un occhio attento può scorgere le ambientazioni molto piemontesi di un tempo che fu.

Un po’ di nostalgia non può mancare, perciò, soprattutto quando alcune di quelle ditte pubblicizzate non esistono (quasi) più, mentre tante di quelle stesse immagini fanno ormai parte della nostra incancellabile storia visiva, dal “Punt e mes”, ai vestiti Facis, agli spumeggianti spumanti,…. E poi, chi è oltre i primi “anta” non può dimenticare l’ippopotamo Pippo, Caballero e Carmencita, il pianeta Papalla,.. tanto per citare solo qualche protagonista dei caroselli di quando era bambino e la televisione era l’allora (abbastanza) innocua anteprima del sonno.

Finalmente torna a Torino, nelle Sale di Palazzo Chiablese, in piazzetta Reale, un ricordo di un torinese un po’ dimenticato nella sua città, tanto che il ricordo di una mostra a lui dedicata si perde nella notte dei tempi e negli antichi meandri della Manica Lunga del Castello di Rivoli negli anni ’90, al Museo d’ Arte Contemporanea, del quale anche ne disegnò gratuitamente il logo.

Armando Testa, l’arte della pubblicità, un’occasione da non perdere, da ritrovare o da scoprire, a seconda dell’anagrafe che, nei sogni, non ha età.

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