Gromyko a L’Eurispes: un’Europa da Lisbona a Vladivostok

Da qualche mese l’Italia, nel bene o nel male, è tornata al centro dell’attenzione internazionale, non solo riguardo all’immigrazione ma per la sua speciale collocazione politica, dovuta a fattori contingenti e forse anche fortuiti, che la rende nel contempo il Paese europeo più vicino e più strategico per all’attuale Amministrazione americana, addirittura più del Regno Unito, ed il Paese dell’Ue più capace di dialogo e più amico della Russia.

A pochi giorni dal nuovo viaggio di Donald Trump in Europa, che culminerà il prossimo 16 luglio con il vertice con Vladimir Putin a Helsinki, da cui non è escluso possa arrivare una svolta sulle sanzioni, Alexey Gromyko, direttore dell’Istituto per l’Europa dell’Accademia delle Scienze di Russia, ha rilasciato a L’Eurispes, il magazine dell’omonimo istituto di ricerca italiano, una importante intervista, realizzata da Susy Montante, che tocca i principali temi dell’agenda politica internazionale dal punto di vista dei rapporti italo-russi e tra Occidente e Federazione Russa.

Gromyko osserva che:

Nella sfera politica Mosca e Roma hanno un potenziale per riportare l’Europa all’idea di uno spazio economico e umanitario comune da Lisbona a Vladivostok.

Una integrazione verso quella che è destinata a divenire la più vasta area di liberoscambio del mondo, che le sanzioni cercano di ostacolare, ma che, secondo l’analista russo

hanno dimostrato la loro irrilevanza e inutilità. Invece, sono stati colpiti gli interessi economici e i sistemi di relazione. In realtà, la crisi ucraina è stata usata per ben noti scopi geopolitici anti-russi.

L’analisi di Gromyko si estende al Mediterraneo e non risparmia critiche alle

interferenze militari francesi e britanniche in Libia nel 2011 sono state un atto irresponsabile e hanno avuto effetti devastanti. Come conseguenza, l’Italia è diventata uno dei paesi più danneggiati da tali eventi.

Il ricercatore russo ricorda poi dei dati storici la cui coscienza in Occidente è stata quasi del tutto rimossa , ma che sono essenziali per capire il disordine attuale e le cause che hanno prodotto le enormi sofferenze di profughi e rifugiati

La legge internazionale, basata sulla Carta delle Nazioni Unite, dovrebbe essere sostenuta da tutti i paesi. Sfortunatamente, a partire dall’invasione illegale della NATO in Jugoslavia e dal successivo precedente creato con il Kosovo, che ha aperto il vaso di Pandora nel fragile equilibrio tra diversi princìpi internazionali, gli impegni reciproci e gli accordi comuni sono stati spesso screditati. Il diritto della forza, invece della forza del diritto, è diventato uno strumento comune nella borsa degli attrezzi di molti Stati importanti. Mosca e Roma comprendono molto bene che un simile approccio è distruttivo.

L’intervista a Gromyko su L’EUrispes

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