Qualunque? Ma sono le elezioni

A proposito delle elezioni, un famoso giornalista, più o meno, così scrive:

L’ aveva fondato *** che, da buon teatrante, autore di commedie senza pretese, ma di grande mestiere, aveva vivissimo il senso del pubblico e sapeva coglierne a volo gli umori. Questi umori erano soprattutto dei malumori provocati, specialmente nel Sud, non soltanto dalle frustrazioni e dai disagi …, quanto dalla diversa temperie in cui erano immersi i due tronconi del Paese. … *** intuì questo stato d’animo e lo interpretò alla perfezione. … Ebbe il compito facilitato dai suoi avversari, specialmente da quelli di sinistra, … che stavano provocando nel Paese una crisi di rigetto. … *** se ne sentì indotto a creare addirittura un partito. … Un partito (ma *** lo chiamava “Movimento”) senza radici nella storia né ancoraggio ideologico, basato soltanto sulla protesta, non poteva avere un domani. E così fu. Ma ciò non toglie che … avesse un presente. Glielo assicuravano gli altri partiti con la loro pretesa di riscrivere la storia d’Italia e loro immagine e somiglianza. … Alla politica, che voleva impadronirsi di tutto … *** oppose una vaga alternativa di “Stato amministrativo”, non politico o almeno non politicante, che soddisfaceva soprattutto una piccola borghesia impiegatizia meridionale. … La stella di *** declinò con la stessa rapidità con cui si era accesa”.

Chi è il famoso giornalista, autore dell’articolo originale? Di quale elezioni si tratta? Chi è questo misterioso partito? La Lega o il Movimento 5 Stelle? Probabilmente non è la Lega, perché con questo nome da solo, o con l’aggiunta dell’appellativo “Nord” (che oggi sembrerebbe quasi una bestemmia,…), la formazione politica guidata ora da Salvini non può certo considerarsi una novità, infatti, al di là degli slogan elettorali, questa ha le sue antiche responsabilità per aver governato per molti anni il Paese (e per continuare a governarlo ora), sia centralmente sia perifericamente, con le alleanze di centro-destra. Lasciamo, poi, ai lettori giudicare se l’ha fatto e/o lo sta facendo bene o male.

Ma bando agli equivoci, il giornalista famoso è Indro Montanelli; le elezioni sono quelle del 2 giugno 1946 (e non quelle del 4 marzo 2018) e il movimento citato non può essere, evidentemente, quello delle 5 Stelle, ma è quello dell’ “Uomo Qualunque” (quindi l’attore comico citato è Guglielmo Giannini,…), ma le analogie tra i due raggruppamenti sono molte.

Il Movimento dell’ Uomo Qualunque fu una realtà effimera del mondo politico italiano, perché le sue istanze, talvolta giuste, furono più o meno riassorbite nell’alveo e nei programmi degli altri partiti allora esistenti. Sarà una realtà effimera anche quella dei 5 Stelle? Chissà? Allora, nel 1946, la situazione internazionale era diversa, diversa era la condizione dell’ Italia, diverse le altre formazioni attive, con dirigenti preparati e capaci di interpretare le domande della nazione. Per questo motivo, dopo il momento della protesta, e senza aver mai avuto l’opportunità di governare, i “qualunquisti” terminarono la loro breve stagione (n.b.: il termine “qualunquista” ebbe un significato negativo solo dopo la fine di quella esperienza). Cosa, invece, potrebbe avvenire ora? Sicuramente dovremo vedere prima se e quali saranno i risultati concreti che questo governo, al caso, porterà, ma eventuali insuccessi peseranno più sul futuro elettorale dei 5 Stelle che su quello della Lega, che invece potrebbe avere ancora margini di ulteriore crescita, comunque andrà l’azione governativa. Ma, soprattutto, i “tradizionali” partiti “attuali” saranno in grado di recuperare l’elettorato di protesta (soprattutto in caso di risultati negativi di Conte e della “sua” -?-squadra), come accadde dopo le elezioni del 1946? Nella risposta a questa domanda ci potrebbe essere un’importante chiave di lettura degli scenari politici italiani dei prossimi anni.

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