Cattolici e politica, i “ragionieri” non bastano

L’imprevedibile è sempre dietro l’angolo e cosi succede che gli accadimenti politici sollecitano a riprendere il confronto circa l’incidenza del cattolicesimo politico dopo la stagione del “o di qua o di la”. La saldatura al governo delle forze cosiddette “populiste e sovraniste” con gli inusitati attacchi al Quirinale, l’anomalo irrealistico “contratto di governo”, l’esasperazione conflittuale con l’Ue e soprattutto la questione “migranti” spregiudicatamente cavalcata con modi sfacciati e laceranti, hanno provocato -come non accadeva da tempo- la preoccupazione di tutte le organizzazioni cattoliche. Il Presidente della Cei, Card. Bassetti, ha spronato a reagire allo smarrimento sociale e opporsi alla forza distruttrice del rancore che avvelena la convivenza. Dobbiamo prendere atto che la società è squassata da cambiamenti che generano paure da comprendere e accudire con premura.

La spinta prepotente della globalizzazione economica, dei flussi migratori, dello sviluppo tecnico scientifico e l’indefinita unità politica europea strattonata dai muscolari match fra Trump e Putin, aumentano lo spaesamento. Cadono i confini, mutano le identità, aumentano i conflitti, la percezione diffusa è che tutto è instabile e ingovernabile aumentando la stanchezza per la “democrazia”. Il detonatore principale è la precarietà del “lavoro” che destruttura la dignità umana aumentando a dismisura tutte le angosce. Senza stabilità si perde il controllo del timone della nostra vita. Imprese e finanza vanno richiamate alle loro responsabilità sociali primarie, ovvero creare opportunità per tutti.

La qualità della politica, democrazia e bene comune derivano dallo sviluppo delle tre dimensioni essenziali: l’ideale e il morale congiunte con il –reale- (rif. A. Rosmini). In questi tempi confusi e conflittuali il compito essenziale è riprendere a coltivare, con amicizia civica, la concreta dimensione umana per rigenerare comunità, democrazia e giustizia sociale. Urge un coraggioso impegno aperto a tutte le buone volontà che non si preoccupi solo delle prossime elezioni, ma di istruire idee e risposte nuove capaci di suscitare confronti, dissensi e consensi, liberi dai condizionamenti di schieramento. Per far crescere una maggiore consapevolezza civica e ricucire gli interessi personali con quelli comunitari. Un compito in Italia e in Europa onde recuperare in primis gli anticorpi spirituali e morali perché i “ragionieri” non bastano. Le idee non mancano, occorre tradurre questa vitalità in forme e modalità più organiche.

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