Se governa il centrodestra

Non è poi così difficile prevedere come si comporterà una determinata parte politica dopo aver vinto le elezioni. Basta guardare quello che fa dove le ha già vinte, dove governa o, meglio, dove è già andata al potere. Così alle elezioni successive chiunque può regolarsi, ben sapendo cosa succederà dopo le elezioni medesime, senza stupirsi o trincerarsi dietro alibi e giustificazioni. Se voti chi agisce in un certo modo, devi sapere che agirà così, e quindi significa che ti sta bene, punto e basta.

Il riferimento, in questo caso, è al centrodestra, che pochi mesi fa ha vinto le elezioni in Sicilia. Il nuovo Governatore Nello Musumeci non ha perso tempo nel far capire in che direzione tira il vento, e per farlo ha preso una decisione altamente simbolica, anche se mascherata da semplice operazione di spoil system, ovvero di ricambio dirigenziale con esponenti della propria parte politica.

Senza attendere la naturale scadenza del mandato – tra soli sei mesi – il neo governatore della Sicilia ha esonerato dal suo incarico Giuseppe Antoci, presidente uscente del Parco dei Nebrodi, figura di rilievo non solo nel panorama dell’ambientalismo, ma anche fiero oppositore della mafia. È stato lo stesso Antoci a commentare la decisione con una chiave di lettura che va oltre il semplice avvicendamento: “È un fatto politico che ovviamente dà un segnale forte e chiaro a certi ambienti”.

Occorre a questo punto ricordare che Antoci fu il primo italiano a ricevere nel 2016 da Europarc il premio Alfred Toepfer, riconoscimento che attesta l’impegno e l’efficacia svolta nella conservazione della natura e della biodiversità. Proprio per questa sua azione in difesa degli interessi ambientali, contrapposti a quelli della mafia, sempre nel 2016 è stato oggetto di un attentato e oggi vive sotto scorta. Anche Michele Emiliano, governatore della Puglia, ha commentato duramente l’accaduto: “è un grande favore a Cosa Nostra”, ha dichiarato all’Ansa, sottolineando come Antoci avesse ” svolto il suo ruolo con assoluta dedizione, capacità, e soprattutto a rischio della sua stessa vita”. Ancora Emiliano ricorda che Antoci ha “avuto il merito di avere intuito e stroncato uno dei principali business delle mafie italiane che utilizzavano terreni di proprietà pubblica per avere finanziamenti europei”.

Ma l’apprezzamento per l’ormai ex presidente del Parco dei Nebrodi va oltre quella che è la sua parte politica: solidarietà è giunta da ampi settori del mondo ambientalista, mentre 22 sindaci dei Nebrodi hanno sottoscritto una lettera comune per protestare contro la sua rimozione, scrivendo che “I risultati ottenuti in questi anni hanno consegnato alla comunità nazionale e internazionale un esempio concreto di come si possa fare buona amministrazione e nel contempo rappresentare per cittadini e amministratori un punto di riferimento. Incrementi turistici mai verificatesi come negli ultimi anni, aziende che attraverso marchi di tutela hanno avuto nuove occasioni per crescere e svilupparsi […] Citare le battaglie sulla legalità che noi tutti, insieme al presidente Antoci, abbiamo portato avanti in questi anni sarebbe semplice e tale azione sinergica tra gli Enti locali e il Parco dei Nebrodi costituisce un valore aggiunto e un modus operandi che non ha precedenti nella storia del Paese. L’intercettazione dei fondi europei volti a finanziare la malavita organizzata costituisce un’azione seria ed efficace che ha destabilizzato e sgominato la mafia”.

Ecco, così vanno le cose col Centrodestra al potere: un Amministratore capace, onesto e apprezzato da tutti, che ha migliorato l’economia locale, che ha difeso l’Ambiente, che ha combattuto la mafia e per questo è costretto a vivere sotto scorta, viene prontamente rimosso dall’incarico. Nel migliore dei casi, si tratta di un provvedimento miope, dettato dall’urgenza di sostituirlo con qualcuno del proprio schieramento, a prescindere dalla competenza; nel caso peggiore, per dirla con Emiliano, è un favore alla mafia, attuato in modo urgente, come se fosse una priorità.

Chi voterà Centrodestra (qualunque partito scelga) sappia che molto probabilmente le cose andranno così, in tutta Italia come oggi in Sicilia. Come già detto, non si stupisca.

Post scriptum.

Anche in virtù della sua azione, Giuseppe Antoci è responsabile Legalità del Pd. Tale carica lasciava supporre la sua candidatura alle prossime elezioni, ma la cosa è sfumata proprio negli ultimi giorni di composizione delle liste. È ancora Emiliano a rimarcare che Antoci, “straordinario servitore dello Stato, avrebbe dovuto essere peraltro candidato al Parlamento. Della sua mancata candidatura sarà sempre responsabile il Pd”. Del resto, pare che Antoci sia in buona compagnia: essendo vicino alla corrente dello stesso Emiliano, condivide la medesima sorte degli altri esponenti siciliani di tale corrente, compresi l’ex governatore Crocetta e l’ex presidente dell’Antimafia Giuseppe Lumia. Tutti messi da parte per lasciare spazio ai renziani, i fedelissimi del Segretario-padrone del partito. Così vanno le cose nel PD di Renzi, quel “Partito Democratico” che molti si ostinano a identificare col Centrosinistra. Gli elettori lo sappiano e, anche in questo caso, non si stupiscano di cosa potrebbe succedere dopo le elezioni.

 

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