Il ritorno dell’estrema destra

La tentata strage compiuta a Macerata da un fanatico lettore di Mein Kampf, è un segnale da non sottovalutare. Al di là della constatazione che si tratti di un “cane sciolto”, privo alle spalle di una vera organizzazione, è evidente come oggi in Italia vi sia una certa esasperazione sociale attorno a quel drammatico, ed innegabile, intreccio tra immigrazione ed insicurezza. In molti quartieri popolari si sta creando una mistura che rischia di esplodere: ambiente dunque propizio per le false parole d’ordine dell’estrema destra.

Ecco allora delinearsi, il compito delle forze riformiste di affrontare seriamente il percorso verso una società aperta e multiculturale. All’integrazione degli immigrati, unico orizzonte possibile, non va mai disgiunta la ferma e pronta repressione di qualsiasi forma delinquenziale, unico strumento per dare credibilità alle politiche solidaristiche. Altrimenti si lasceranno delle autostrade all’estremismo di destra, nelle sue peggiori venature razziste e neonaziste.

Un estremismo che già rialza la testa di suo. Non a caso qualche giorno fa si è assistito all’ennesimo episodio di intolleranza contro la presidente della Camera, Laura Boldrini da sempre impegnata a favore dell’integrazione. Il fatto poi che sia una donna la rende un bersaglio addirittura prediletto poiché questi facinorosi sono anche affetti da un penoso maschilismo specchio, a ben vedere (ma costoro certo non se ne rendono conto), di uomini deboli ed incapaci di rapportarsi serenamente con l’altro sesso.

In tutta Europa questa estrema destra si rafforza col suo bagaglio di intolleranza e di totale inadeguatezza a risolvere anche uno solo dei problemi di cui soffriamo. Vi è soltanto la strumentalizzazione di ogni paura, secondo canoni ormai ben conosciuti. A propiziare questo clima contribuisce senza dubbio l’insicurezza provocata dal liberismo economico che sta lasciando dietro di sé autentiche macerie sociali. Il capitalismo senza regole e senza frontiere tra precarietà lavorativa, tagli al welfare ed inaudite disuguaglianze, è il miglior alleato della reazione identitaria e delle chiusure nazionaliste.

Va peraltro notato che la sinistra, storicamente nata per contrastare la plutocrazia, da tempo ha smarrito il senso del proprio ruolo. Per di più – succede da noi ma anche altrove in Europa – si presente perennemente divisa, risultando ancora meno capace di tutelare i propri ceti di riferimento. Un certo fascismo d’accatto trova spazio anche grazie a questa latitanza, battendo l’eterno tasto del nazionalista. E’ successo, poco tempo fa, a Como quando alcuni estremisti di destra si sono infiltrati in un convegno sui migranti ed hanno preteso di leggere un delirante comunicato che si concludeva con un perentorio <<e adesso continuate pure a distruggere la vostra patria>>.

Se non fosse una cosa seria, ci sarebbe da sorridere per questo ergersi a difensori della patria, da parte di chi fa mostra di simpatie naziste. Nessuna lezione di patriottismo da coloro che ammirano (e c’è da chiedersi come fanno..) il regime hitleriano, colpevole di orrori inenarrabili. A difendere l’Italia, l’onore e la bandiera fu la Resistenza che vide tra le sue fila comunisti e cattolici, liberali ed azionisti, monarchici e socialisti per il riscatto della dignità nazionale, calpestata dai nazisti e dai loro vassalli in camicia nera. Questi sì, traditori della patria e venduti al nemico.

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