Buon Anno

Il passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo è tempo per riassunti, bilanci, prospettive e buoni propositi. Dando un colpo d’occhio a livello globale, c’è poco da stare sereni: guerre, terrorismi, situazioni di tensione, carestie e squilibri imperversano un po’ ovunque, e raramente si notano schiarite, anzi a volte le cose peggiorano. La lotta all’Isis sembra aver quasi sbaragliato il cosiddetto califfato, ma per cinici calcoli strategici ci si è mossi colpevolmente troppo tardi, lasciando che i tagliagole con le bandiere nere avessero tutto il tempo di esaltare, motivare e addestrare fanatici ovunque in giro per il mondo, pronti a colpire a caso come metastasi globali di un cancro radicato in Medio oriente.

Due pagliacci arroganti –Trump e Kim Jong Un- continuano a fare a gara a chi la spara più grossa, il che non è certo rassicurante, visto che controllano due potenze atomiche. Ancora Trump ha provveduto a inasprire le cose nel vicino oriente, dichiarando di voler spostare l’ambasciata Usa in Israele a Gerusalemme, senza porre condizioni al governo di Tel Aviv, ovvero riconoscendo di fatto l’esistenza di un solo stato, con tanti saluti ai diritti dei palestinesi oppressi. Intanto lo zar Putin ricostruisce l’impero sovietico, la Cina allarga la sua influenza ovunque trovi un varco, l’Arabia Saudita continua a bombardare lo Yemen in vista di un possibile scontro con l’Iran, eccetera.

Nel frattempo, non soddisfatti di tutto ciò, continuiamo a perseguire un modello di sviluppo insostenibile, che sta rapidamente distruggendo il pianeta. L’impatto dell’umanità sulla Terra è tale da poter dire che stiamo vivendo una nuova era geologica, l’Antropocene, nella quale i mutamenti del globo sono causati principalmente dall’uomo, in misura equivalente a ciò che le forze naturali (terremoti, vulcani, cadute di asteroidi ecc.) hanno fatto nei precedenti 4,5 miliardi di anni di vita del pianeta. Giusto per dare qualche dato esemplificativo, ma non esaustivo: le risorse idriche stanno declinando rapidamente, anche in Paesi (come l’Italia) dove il problema era minimale; quasi un miliardo e mezzo di persone non dispone di acqua pulita, un numero destinato a crescere e a trasformarsi anche in emergenza alimentare, con conseguenti movimenti migratori assai più cospicui di quelli attuali, che già ci preoccupano e spaventano.

Non solo: i tre quarti del pianeta sono ormai interessati da attività umane, la pressione antropica riduce sempre più le aree intatte del pianeta. In particolare, procede a ritmi impressionanti l’opera di deforestazione, con i polmoni verdi del pianeta rasi al suolo, spesso trasformati in prodotti usa-e-getta: pensateci, la prossima volta che vi soffierete il naso e butterete il fazzoletto di carta prodotto con polpa di cellulosa della foresta boreale. Tutto ciò produce un impatto devastante su flora e fauna: la perdita di biodiversità è tale da far intravedere una probabile estinzione di massa, come quella che ha cancellato i dinosauri. Abbiamo circa 75.000 specie, fra animali e vegetali, a rischio estinzione, tra cui molti grandi mammiferi: perdiamo circa 25.000 elefanti all’anno, fra qualche lustro rischiamo di non averne più, situazione simile per tigri, rinoceronti, balene e per le specie più simili alla nostra, quelle delle grandi scimmie.

A fronte di tutto ciò, non si vedono quasi segnali di cambio di tendenza, per ottusità o biechi motivi di interesse, cosa che non lascia grande spazio all’ottimismo. Ma vogliamo comunque lasciarvi con due buone notizie, una relativa all’ambiente e l’altra alla salute, che vedono protagonista l’Italia e danno un po’ di spazio alla speranza.

Per quanto riguarda l’ambiente, il nostro Paese sarà il primo a vietare i cotton fioc non biodegradabili e le microplastiche nei cosmetici, rispettivamente a partire dal 2019 e dal 2020. La norma, rimasta a lungo in sospeso, è stata aggiunta in extremis alla finanziaria, prima che la fine della legislatura la ributtasse nel dimenticatoio. Per una volta, il Belpaese è all’avanguardia su una problematica tutt’altro che trascurabile: i bastoncini col cotone in punta sono fra i rifiuti più diffusi sulle nostre spiagge. Quanto alle microplastiche dei cosmetici, avete presente quegli esfolianti prodigiosi che vi ringiovaniscono la pelle? Contengono sferette di plastica di diametro inferiore al millimetro destinate a finire inesorabilmente in mare per poi entrare nella catena alimentare ittica, fino a ritornare altrettanto inesorabilmente nel nostro piatto. Nonostante le loro ridotte dimensioni, sono talmente diffuse che si stima ne vengano riversate in mare tra le 2.000 e le 9.000 tonnellate all’anno. Peccato dunque che non le abbiano bloccate da subito.

Il nostro Paese primeggia anche per quanto riguarda l’ambito sanitario, nel comparto cruciale dei trapianti: il numero dei donatori d’organi è aumentato del 18% rispetto al 2016, che già a sua volta aveva fatto registrare una crescita importante. Siamo fra i migliori in Europa sotto questo aspetto, fatto che contribuisce ad accorciare sensibilmente le liste d’attesa: grazie alla generosità delle donazioni, è stato possibile sottoporre a trapianto l’80% dei pazienti in stato di necessità.

Segnali importanti, che rendono più concreto l’augurio di Buon Anno.

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