Londra, assalto all’arma bianca

Un furgone sulla folla seguito da un assalto all’arma bianca, per colpire a morte e terrorizzare le nostre città. La ricetta dell’Isis e dei suoi accoliti, feroci e vili come sempre,nel gettarsi contro persone inermi, la conosciamo ormai bene. E’ un truce marchio di fabbrica che si è visto in azione ieri sera a Londra con un nuovo bagno di sangue. Sette i morti e almeno trenta i feriti, prima che gli assalitori fossero abbattuti dalla polizia.

Ormai la vita delle città europee è come scandita da questo orologio di morte che può far udire i suoi sinistri rintocchi in ogni momento. Evidente che ci si possa trovare impreparati dinanzi a tanta improvvisa furia omicida, altrettanto evidente però che si debba reagire. Molti i fronti sui quali muoversi in questa guerra asimmetrica perché combattuta da una magmatica organizzazione criminale e terroristica cui i normali mezzi di prevenzione faticano a tener testa. 

Intanto non dobbiamo cedere in alcun modo alla paura perché questo è il primo obiettivo che queste milizie ottenebrate dall’odio vogliono conseguire. Continuiamo quindi a fare la nostra vita di sempre, secondo quei canoni di libertà che sono la nostra essenza più profonda. E in tal senso è bello sapere che stasera a Manchester, colpita due settimana fa, si terrà un concerto per dire sì alla vita.

Poi, è chiaro, occorre rispondere sul piano della sicurezza. Si tratta di schedare e in qualche modo porre sotto controllo tutti i potenziali terroristi, a cominciare da quegli individui, veri e propri rinnegati della nostra società liberale e democratica, che sono andati a combattere in Siria o in Iraq e adesso pretendono di tornare per seminare il terrore. I controlli vanno intensificati, in modo pervasivo, anche su Internet perché molti di questi terroristi frequentano sistematicamente certi siti, quelli che inneggiano all’odio religioso o che insegnano come uccidere con coltelli o camion lanciati sulla folla. Da seguire con attenzione è infine la cosiddetta radicalizzazione verso il fondamentalismo e qui buon servigio può esser reso dalla comunità islamiche presenti in Europa.

Va detto che servirebbe anche più coraggio da parte delle autorità dell’Islam, bandendo dalla loro religione quelli che in suo nome la stanno in realtà infamando. Non c’è più spazio per timorose aree grigie, questo bisogna affermarlo a chiare lettere. O si è di qua, nel campo della libertà e della convivenza civile, o si è dall’altra parte, tra gli adepti dell’odio e del fanatismo.

Detto tutto questo, dobbiamo purtroppo mettere in conto una lunga e dura battaglia contro questo terrorismo. L’intera Europa è nel mirino ed ecco allora che, come già detto in altre occasioni, va ribadita l’importanza di uno sforzo sovranazionale. Gli strumenti saranno quelli ritenuti più opportuni, ma l’essenziale è riaffermare questa decisiva volontà di compattare al massimo il nostro fronte. Mai come oggi è l’unione a fare la forza.

E’ infine da notare che neppure i Paesi islamici, come mostra quanto è accaduto alcuni giorni fa in Afghanistan, sfuggono a questa cieca violenza. Anzi potrebbe dirsi che i musulmani siano le prime vittime, anche in termini numerici, di quanto sta accadendo. Una ragione in più da parte dell’Islam per uscire dal silenzio e togliere a questi criminali qualsiasi alibi religioso.

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