Speranze 2017: lavoro per tutti per un’economia più equa e umana

Che il nuovo anno porti più lavoro per tutti, credo sia l’augurio più sentito. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro dice il primo articolo della Costituzione. Già, peccato che lo sia sempre di meno e questo costituisce un grave vulnus democratico. Anzi gli esperti paventano che sarà sempre di meno giacchè le continue innovazioni tecnologiche sostituiscono sempre più le persone nei cicli produttivi. Ma se continua ad aumentare la disoccupazione e i cittadini in attività saranno sempre più precari, chi comprerà i prodotti e servizi ? La dismissione delle persone dal lavoro sta diventando sempre più allarmante ed è bene che i sistemi economici ritornino a riflettere sul fine dell’economia e del progresso. Diceva l’industriale Henry Ford che il progresso è tale se è per tutti. Assai vero e quindi perché si va in direzione opposta con un malaccorto sistema concentrato nelle mani di pochi player che limita la democrazia economica e crea milioni di disuguali ? Il primo fine dell’Economia (Oykos-casa comune) è creare opportunità per tutti e il primo indice che dovrebbe misurare la reale crescita di un’impresa è quanti posti di lavoro crea. Sennò serve a pochi ricchi, che si servono dei tanti. Le profonde disuguaglianze generate dall’avida ottusità finanziaria sono ormai ingiuste e insostenibili. La Brexit, l’elezione di Trump e il recente esito referendario sono segno di un crescente malessere che genera ribellione. Urge recuperare il valore del lavoro sennò come diceva l’economista Caffè “ Una ripresa congiunturale senza minore disoccupazione è una mera indicazione statistica priva di ogni valido interesse”. L’impresa economica ha finalità sociali, tutti lo riconoscono e quindi è tempo che così sia. Sta aumentando la consapevolezza che bisogna cambiare senso alle economie anche per effetto dei limiti di risorse naturali. La terra è stata spremuta come un limone e ora presenta il conto. Si cerca di reagire. Il crescente interesse per l’Economia circolare sospinta dalle necessità dell’Ecosviluppo, la ricerca di altri parametri valutativi oltre al limitato Pil, la recente introduzione legislativa delle società Benefit e l’Economia di Comunione stanno sospingendo tutto il sistema a ridefinire i modelli produttivi e i relativi mercati. Finalmente sta crescendo la consapevolezza del rischio sistemico che corriamo. Si sta iniziando a ripensare i modelli di business per evitare sprechi in tutto il ciclo produttivo. L’uomo deve ritornare ad essere il fine del progresso. Rimaniamo umani e buon 2017.

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