Sanzioni, l’Italia all’avanguardia del progetto europeista

Con la decisione assunta lo scorso 9 dicembre di opporsi al rinnovo automatico per il prossimo semestre delle sanzioni europee contro la Russia, l’Italia dimostra di essere sempre più all’avanguardia del progetto europeista, e di perseguire concretamente l’obiettivo di una Europa più autonoma e consapevole dei propri interessi e delle proprie responsabilità per la pace.

Il tempo ci dirà se il distinguo italiano rientrerà oppure se produrrà l’effetto di portare sulla posizione italiana molti altri Paesi che non ne possono più del diktat americano. Perché, le sanzioni contro la Russia danneggiano le esportazioni europee ed in più vanno contro un Paese che sta combattendo attivamente il terrorismo in Siria e che si dice pronto a dare una mano all’Italia sulla difficile situazione in Libia. Si tratta in ogni caso di un atto di coraggio e profondamente europeista compiuto dal governo italiano. Perché l’Europa avrà un futuro se saprà prendere le distanze da quei poteri che usano la potenza militare statunitense e la impegnano in una strategia di guerra ininterrotta e di creazione di caos, come vediamo attorno a noi dall’Ucraina al Medio Oriente, per cercare di imporre la loro egemonia sul mondo, soprattutto sul blocco euroasiatico.

La via da seguire per gli europei è invece quella della collaborazione con tutti sui grandi temi dell’agenda internazionale come la lotta al terrorismo, la questione ecologica, la fame, la povertà, i flussi migratori in un disegno di governance mondiale multipolare che rigetta quella tentazione unipolare che ci sta facendo precipitare ogni giorno di più nella terza guerra mondiale.

Per questo il passo compiuto dall’Italia assume un’importanza straordinaria che rende il governo di Roma il principale riferimento di tutti coloro che vogliono una nuova Europa capace di ridare forza al sogno dei padri fondatori. E denota un carattere del Presidente del Consiglio Renzi che esponendosi così tanto sul piano internazionale, e sapendo cosa questo comporta nel giudizio di alcuni nostri “alleati”, prova a scrollarsi di dosso l’immagine del politico suadente per seguire le orme di pace di un suo predecessore a sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, e per indossare gli abiti dello statista. Con un occhio, peraltro, ben rivolto all’opinione pubblica interna che appare in larga maggioranza disorientata ed insoddisfatta dei disastri combinati dalla Nato, sempre più il braccio armato dei poteri globalisti, che mettono a rischio la sicurezza dell’Europa e ne danneggiano l’economia e la coesione sociale. Una capacità di ascolto che appare un passo efficace anche nella direzione di fronteggiare la crisi della democrazia e l’aumento dell’astensionismo.

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