Grazie padre Carlo Maria

I ANNIVERSARIO

I ANNIVERSARIO

 

Il 31 agosto ricorre il primo anniversario della morte di padre Carlo Maria Martini, cardinale e arcivescovo emerito di Milano, gesuita e biblista. Il pellegrinaggio di fedeli e amici sulla sua tomba, nel Duomo di Milano, davanti all’altare della croce di San Carlo Borromeo, continua intenso e ininterrotto.

Sono già apparsi su giornali e organi di stampa articoli che ricordano e sottolineano aspetti e caratteristiche della sua vita e del suo magistero episcopale, così come il suo carisma e l’opera educativa da lui svolta nei confronti di generazioni di cristiani e più in generale di “persone pensanti” in ricerca. E anche noi di AgendaDomani – che dall’inizio della nostra esperienza riportiamo in evidenza una frase di CMMartini sulla prima pagina del nostro sito – vogliamo esprimere la nostra gratitudine per il dono che ci è stato consegnato a partire dai primi anni 80.

E’ importante fare memoria anche perché quest’anno il panorama ecclesiale è profondamente cambiato. Nessuna frattura, per carità. Come scrivemmo nel nostro primo editoriale, crediamo che la storia – anche quella della Chiesa – proceda su una strada e che la strada ogni tanto compie delle svolte. Può capitare anche che la svolta prenda la forma di un tornante, il quale non solo fa cambiare direzione, ma porta anche più in alto. Crediamo che la scorsa primavera sia successo esattamente questo.

Il 15 marzo scorso, subito dopo l’elezione dell’italo-argentino Jorge Bergoglio a vescovo di Roma, il Corriere della Sera pubblicò una bella intervista, a cura di Paolo Foschini, all’arciprete della Chiesa cattedrale, monsignor Gianantonio Borgonovo. nella quale il prelato sosteneva che “oltre al Conclave della Sistina ce n’è stato un altro, mistico e spirituale, sulla tomba di Martini. Fatto dalle migliaia di persone che per tutto questo tempo, ogni giorno, hanno continuato e continuano a venirvi a pregare. Nulla è impossibile a Dio. E io dico che il Conclave spirituale da cui è uscito il nome di Bergoglio ha avuto luogo proprio qui, nel Duomo di Milano”. [Sarebbe stato bello vedere quell’articolo in pagina nazionale e non sull’edizione locale; anche se è immaginabile la scelta].

Per ricordare degnamente padre Carlo Maria ho pensato allora di andare a rileggere l’ultima sua intervista, quella rilasciata al confratello gesuita tedesco Georg Sporschill che agli inizi di agosto lo aveva incontrato insieme a Federica Radice Fossati Confalonieri.

Riporterò qui di seguito alcuni passaggi di quell’intervista, accompagnandoli da qualche breve considerazione tratta da parole o gesti di papa Francesco. Ogni altro commento lo lascio al lettore.

 

“La Chiesa è stanca… la nostra cultura è invecchiata… il benessere pesa… (…) potremmo cercare uomini che siano liberi e più vicini al prossimo. Come lo sono stati il vescovo Romero e i martiri gesuiti di El Salvador. (…)

[Un caso che gli esempi siano stati presi dall’America Latina?]

 

“Io vedo nella Chiesa di oggi così tanta cenere sopra la brace che spesso mi assale un senso di impotenza… Dobbiamo ricercare questa brace. Dove sono le singole persone piene di generosità come il buon samaritano? Che hanno fede come il centurione romano? Che sono entusiaste come Giovanni Battista? Che osano il nuovo come Paolo? Che sono fedeli come Maria di Magdala?

[Ci sarebbe da riflettere sulla scelta degli esempi utilizzati]

“Io consiglio al Papa e ai vescovi di cercare dodici persone fuori dalle righe per i posti direzionali. Uomini che siano vicini ai poveri e che siano circondati da giovani e che sperimentino cose nuove”.

[Il Papa ha nominato un gruppo di otto cardinali provenienti di cinque continenti, scelti personalmente fuori dalle logiche curiali, che si riunirà ai primi di ottobre, ufficialmente con funzioni consultive per la riforma della Curia]

 

“La Chiesa deve compiere un cammino radicale di cambiamento, cominciando dal Papa e dai vescovi… Gli scandali della pedofilia… le domande sulla sessualità e su tutti i temi che coinvolgono il corpo… Né il clero né il Diritto ecclesiale possono sostituirsi all’interiorità dell’uomo. Tutte le regole esterne, le leggi, i dogmi ci sono dati per chiarire la voce interna e per il discernimento degli spiriti… I sacramenti non sono uno strumento per la disciplina, ma un aiuto per gli uomini nei momenti del cammino e nelle debolezze della vita… Penso a tutti i divorziati e alle coppie risposate, alle famiglie allargate… hanno bisogno di una protezione speciale…”.

[Per i cambiamenti concreti “radicali”, lascio parlare la cronaca di questi mesi; sottolineo soltanto il riferimento continuo di papa Francesco al fatto che la Chiesa è in cammino e che per essa è arrivato il “momento della misericordia” e alla clamorosa risposta formulata nell’incontro con i giornalisti sull’aereo che lo riportava a Roma da Rio, quando con riferimento ai gay ha chiesto “Chi sono io per giudicare?”]

 

“La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni. Come mai non si scuote? Abbiamo paura? Paura invece di coraggio?”

[Alla Giornata Mondiale in Brasile ha detto ai giovani: “Non abbiate paura”. Lo aveva detto anche papa Wojtyla, aggiungendo “aprite le porte a Cristo”; papa Bergoglio ha chiesto: “Non abbiate paura di andare controcorrente”]

 

Nei “Colloqui notturni a Gerusalemme” il cardinale confessava: “C’è stato un tempo in cui ho sognato una Chiesa nella povertà e nell’umiltà, che non dipende dalle potenze di questo mondo. Una Chiesa che concede spazi alla gente che pensa più in là. Una Chiesa che dà coraggio, specialmente a chi si sente piccolo o peccatore. Una Chiesa giovane. Oggi non ho più di questi sogni. Dopo i 75 anni ho deciso di pregare per la Chiesa”.

 

La sua preghiera comincia ad essere esaudita, almeno per chi crede della “comunione dei santi”, invocata ad ogni Messa. Grazie padre Carlo Maria per il tuo dono.

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