Un’Europa democratica ed efficiente

Pubblichiamo il documento integrale con la proposta sull’Europa politica, promosso da: Laboratorio Europa/Eurispes, Associazione Koiné, Centro Europeo “CesUE”, Università di Pisa, Collana Editoriale “Altravista Editrice”/Pavia, FUIS -Federazione Unitaria Italiana Scrittori, Istituto Diplomatico Internazionale/Roma, L’Europe des Valeurs”/Bruxelles-Roma, Network “I Mediterranei South East Dialogue”, Rete Accademica “Università per l’Europa Politica”/Roma.

  • Considerato che non è più tempo di compromessi al ribasso o di accordi generici per seguire i Paesi che frenano l’azione politica dell’Unione Europea; che il momento storico che stiamo vivendo è foriero di altri grandi cambiamenti; che né la storia né i nostri concorrenti aspettano;
  • considerata la moltiplicazione dei rischi per le democrazie, rappresentati dallo strapotere degli strumenti digitali, della globalizzazione economica e finanziaria, delle speculazioni del mercato e dei paradisi fiscali nonché dalla proliferazione di sistemi politici ed economici autoritari con vocazione ad internazionalizzarsi;
  • considerato che l’UE, da alcuni anni, si trova di fronte a sfide senza precedenti, compresa una guerra che avrà conseguenze profonde sul riassetto delle relazioni internazionali, delle politiche economiche e commerciali, così come delle politiche interne di ogni Paese e dell’insieme dell’Unione;
  • considerati gli squilibri economici prodotti da una tale situazione, che provoca l’aumento delle disuguaglianze, la minaccia per lo stato sociale e per lo stato di diritto, per i nostri valori e per la democrazia;
  • considerate le difficoltà sinora incontrate per realizzare l’Unione Politica, lasciando l’UE priva degli strumenti per affrontare la complessità dei problemi che ha di fronte, sia fuori che dentro i propri confini;
  • considerata, in particolare, l’inadeguatezza delle Istituzioni attuali e del processo decisionale: lentezza, confusione, incertezza sulle decisioni e sulla responsabilità, mancanza di trasparenza e di chiarezza nel rapporto tra le istituzioni europee, tra queste e gli Stati nazionali;
  • considerato che la macchinosità delle istituzioni e del processo decisionale impediscono all’Unione di affrontare i nuovi compiti che l’attendono, col rischio, così, di rendere irreversibili i suoi limiti politici ed il suo declino;
  • considerata, segnatamente, la quantità di materie oggetto del dibattito, tra cui l’identità europea, i valori, i diritti, lo stato di diritto, la sicurezza, la democrazia, la partecipazione, la politica estera, la salute, le condizioni sociali dei cittadini;
  • considerate le conclusioni della Conferenza sul Futuro dell’Europa (29 – 30 aprile 2022) e la necessità di selezionare i punti essenziali per il cambiamento dell’Unione e per il riequilibrio dell’attività capillare ed eccessiva dell’Unione in molte materie e l’assenza in altre;
  • considerate le proposte dei presidenti Draghi e Macron presentate al Parlamento europeo il 3 e il 9 maggio 2022, gli interventi della presidente della Commissione e del Parlamento nonché le proposte del Parlamento europeo;

i sottoscritti promotori

  • condividono gli obiettivi indicati dal PE e quello di preparare una proposta di modifica dei Trattati, tenendo conto delle indicazioni emerse dalla Conferenza sul futuro dell’Europa, dando tra l’altro un apposito mandato ad una Convenzione e ad una “Conferenza Intergovernativa”, ai sensi dell’art. 48 del Trattato sull’Unione europea;
  • ritengono che tale modifica debba comprendere gli aspetti politici e giuridici che riguardano la nuova architettura del continente europeo – proposta Macron- e debba chiarire quali sono i confini, le finalità politiche, il modello istituzionale, la sua governance, le materie di competenza di ogni istituzione, il rapporto tra queste e gli Stati membri, evitando che continui la confusione attuale;
  • ritengono che ci siano le condizioni e la necessità di procedere verso un cambiamento profondo dell’Unione così come la conosciamo, attraverso una modifica dei Trattati attuali e, se necessario, attraverso un nuovo Trattato costituente per la nascita di una Unione Politica, fatta da una avanguardia di Paesi.

PRINCIPI FONDANTI COMUNI

  • La difesa dei valori comuni e dei diritti fondamentali;
  • le libertà personali ed economiche;
  • la coesione sociale;
  • il rispetto dell’ambiente;
  • la qualità della vita;
  • un’etica di politica pubblica;
  • i beni pubblici europei;
  • la cultura e la ricerca;
  • la pace, la sicurezza interna ed internazionale;

OBIETTIVI E POLITICHE

Gli obiettivi e le politiche dell’insieme dell’Unione attuale e futura dovranno perciò essere selezionati sulla base dei risultati della Conferenza sul Futuro dell’Europa – CoFoe – e dei desiderata di ogni Paese al fine di ricercare una “armonia” ed una coesione di base sugli obiettivi specifici a cui si può arrivare per consenso o per rinuncia. I Paesi ed i cittadini devono essere consapevoli che per governare e garantire tali obiettivi conviene stare insieme e rispettare gli impegni.
Perciò le politiche comuni devono mirare ad accrescere i vantaggi complessivi dei beni e a migliorare la loro distribuzione. Ciò implica che le Istituzioni e chi definisce le regole condivida questo duplice obiettivo, al fine di

  • garantire lo Stato di diritto, i diritti delle persone e i diritti dei lavoratori insieme alla crescita e al pieno impiego, lo sviluppo sostenibile a sostegno di chiunque, la giustizia sociale ed economica, la sicurezza, la difesa ed i bisogni dei cittadini;
  • gestire insieme alcune competenze: i rischi dell’inquinamento e delle violazioni dei diritti sociali, la salute; la sicurezza alimentare, la politica sociale; l’ambiente; l’energia; lo sviluppo sostenibile, la politica economica, finanziaria, la politica fiscale e di bilancio; l’economia digitale; la ricerca e l’innovazione; le migrazioni; la politica interna e di sicurezza, compresa la lotta all’evasione, ai paradisi fiscali ed alla criminalità organizzata; la politica estera e di difesa. Difficilmente, però, l’insieme di queste politiche potranno trovare una gestione comune a 27, né è possibile continuare ancora con la politica dei piccoli passi. L’accelerazione dei tempi del cambiamento non ce lo consente.

STRUMENTI

Pertanto è necessario cambiare l’approccio politico rispetto a quanto avvenuto sinora, perché i Paesi che decideranno di partecipare al cambiamento devono essere convinti che le politiche e le regole introdotte – (come l’UEM) – o da introdurre, non si possono considerate giuste di per sé e difese a prescindere dagli effetti che avranno sui due aspetti fondamentali della creazione e della distribuzione di valore, come invece sembra essere avvenuto, in diverse occasioni, fino ad oggi.
Ciò implica che chi definisce le regole e le Istituzioni elaborino proposte mirate ad accrescere i vantaggi complessivi e a migliorare la loro distribuzione.
Queste necessità e gli obiettivi suindicati, alla luce dei fatti, potranno essere perseguiti e realizzati solo da una avanguardia di Paesi, rispetto agli attuali 27, come abbiamo affermato ripetutamente. A questo fine non basta nemmeno la semplice abolizione del diritto di veto, che condividiamo, la creazione di liste transnazionali o altre minori modifiche dei trattati. Serve una soluzione politica, un progetto politico forte in grado di segnare una svolta, un cambiamento profondo del funzionamento attuale dell’Unione che rimuova le principali cause che ne frenano il ruolo, semplificando l’architettura istituzionale al fine di rendere la “governance” più democratica e trasparente. Serve cioè:

  • cambiare il minimo necessario, ma con il massimo impatto;
  • liberarsi delle principali cause di blocco;
  • creare una capacità fiscale e di bilancio;
  • scegliere le altre politiche comuni;
  • semplificare, rendere la “governance”, l’architettura istituzionale più democratica e trasparente; più efficiente ed efficace.

Per questo è necessario:

  • realizzare una Unione Politica, a struttura federale, composta da un’avanguardia di Paesi che hanno adottato o che adottano l’Euro, che funga da forza di attrazione, come avvenuto con la CEE del ’57. Una Unione che, con un corretto bilanciamento dei poteri, possa agire come soggetto politico democratico e autonomo, nel contesto interno ed internazionale, rappresentata da un “interlocutore” riconoscibile. Con un presidente, eventualmente, eletto, responsabile di fronte al Parlamento europeo, alla Camera degli Stati e al popolo europeo e che possa parlare, naturalmente, a nome dell’Unione Politica. Un soggetto politico europeo, ben connotato nel contesto internazionale e capace di univoca interlocuzione rispetto agli attori presenti sulla scena globale, dotato di potere legislativo, di governo e di controllo, con una responsabilità politica comune, condivisa e trasparente, su alcune materie che racchiudano all’interno dell’Unione politica una unione sociale, una unione dell’accoglienza –immigrati-rifugiati-, una unione della salute, una unione economica, una unione dell’energia, una unione della politica estera, della sicurezza e della difesa, insieme ad una unione fiscale e di bilancio che consenta di realizzare le politiche comuni;
  • riformare l’Unione Europea attuale, a 27 che avrebbe comunque bisogno di uno snellimento della procedura decisionale. Per esempio occorrerebbe: abolire il voto all’unanimità in seno al Consiglio, semplificare la sua “governance”, dare il potere di iniziativa al Parlamento europeo, trasformare il Consiglio in Camera degli Stati, ripartire meglio le competenze tra Unione e Stati, completare l’UEM qualora non si ottenesse l’Unione Politica, migliorare la ripartizione delle competenze tra Unione e Stati,

Inoltre, sulla base anche delle indicazioni del Consiglio Europeo del 23-24.06.22, potrà essere prevista una “Confederazione” / Comunità Politica Europea. Una “piattaforma di coordinamento politico per i Paesi europei di tutto il continente”, al fine di promuovere il dialogo e la cooperazione sulle questioni di interesse comune, senza sostituire le politiche e l’autonomia decisionale dell’Unione;

completare comunque l’Unione economica e monetaria/Eurozona:

infatti, qualora l’Unione politica – federale non venisse realizzata o subisse ulteriori ritardi, le modifiche del Trattato sul funzionamento dell’Unione dovranno comprendere comunque quelle rivolte al completamento dell’UEM, in maniera organica e non in maniera frammentata, come invece si sta procedendo. Questo sviluppo non potrà assolutamente subire ulteriori rinvii. Si tratta, infatti, di una questione tra le più importanti, da non rimandare ancora, per le ragioni che risultano evidenti anche in questo periodo di guerra. Se l’UEM non cambierà, se non verrà riassorbita nella Unione Politica Federale, qualora si riuscisse a portarla a compimento o, se non verrà comunque ultimata, l’Eurozona prima o poi imploderà sotto il peso della speculazione nei mercati finanziari globali, delle manifestazioni o delle rivolte da parte dei cittadini che ne subiscono le conseguenze negative, a causa dei suoi limiti attuali.

CONCLUSIONI
Bisogna dunque prendere atto che occorre perfezionare e consolidare un’Unione a due velocità, a geometria variabile. I tempi non consentono più di seguire i Paesi che frenano o bloccano l’azione politica dell’Unione. Al contrario ci impongono “strumenti di lavoro” diversi rispetto al passato, cioè:

  • una Unione Politica da realizzare, con un nuovo Trattato costituente tra un gruppo di Paesi di avanguardia, qualora i 27 non trovassero un’intesa sulla base dei trattati attuali.
    Un obiettivo da raggiungere in tempi brevi, attraverso:
  • una Convenzione, da convocare a breve, da parte di un Consiglio Europeo straordinario, sulla base delle proposte di modifica dei Trattati elaborate dal Parlamento Europeo, conformemente all’art.48 del Trattato sull’Unione europea. In caso di altri rinvii, di piccoli aggiustamenti o del fallimento dell’iniziativa, riteniamo che si renda necessaria una vera e propria Conferenza con il mandato di rifondare l’Unione.
    Roma, 04/07/2022

I PROMOTORI:
Laboratorio Europa/Eurispes, Associazione Koiné, Centro Europeo “CesUE”, Università di Pisa, Collana Editoriale “Altravista Editrice”/Pavia, FUIS -Federazione Unitaria Italiana Scrittori, Istituto Diplomatico Internazionale/Roma, L’Europe des Valeurs”/Bruxelles-Roma, Network “I Mediterranei South East Dialogue”, Rete Accademica “Università per l’Europa Politica”/Roma.

Antonio Armellini, Pier Paolo Baretta, Gianni Bonvicini, Gianni Bottalico, Mercedes Bresso, Enzo Cannizzaro, Roberto Castaldi, Carmelo Cedrone, Myrianne Coen, Carlo Curti Gialdino, Giuseppe Davicino, Rosella Di Bacco, Tommaso Di Fazio, Valeria Fedeli, Maurizio Franzini, Laura Garavini, Paolo Giordani, Giampiero Gramaglia, Massimiliano Guderzo, Sandro Guerrieri, Francesco Gui, Stefania Jaconis, Luca Jahier, Tommaso La Porta, Roberta Lucchini, Alberto Martinelli, Marco Mascia, Raffaele Morese, Tommaso Nannicini, Roberto Nigido, Sergio Ortoleva, Antonio Padoa Schioppa, Claudio Paravati, Gianni Pittella, Paolo Ponzano, Marco Ricceri, Gian Cesare Romagnoli, Salvatore Rondello, Antonio Rossi, Francesco Rotiroti, Vincenzo Russo, Lino Saccà, Stefano Silvestri, Umberto Triulzi, Tommaso Visone.

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