Europei di calcio: Italia campione

Solo tre anni fa eravamo addirittura fuori dal Mondiale, oggi siamo sul tetto d’Europa: campioni europei di calcio. Qualcosa che non accadeva dal 1968, oltre mezzo secolo fa e di cui si era quasi persa la memoria.

Ieri ce l’abbiamo fatta ai fatidici calci di rigore contro l’Inghilterra, a casa degli inglesi nel tempio di Wembley. Una partita iniziata male, che ci ha subito visti andare sotto dopo appena due minuti a rischio di una goleada avversaria che invece non c’è stata. Un primo tempo un po’ grigio, con gli azzurri incapaci di controbattere davvero i bianchi d’Inghilterra, poi nel secondo tempo il cambio di passo. Probabile che Roberto Mancini – commissario tecnico azzurro, cui in larga parte dobbiamo questo magnifico europeo – abbia strigliato la squadra chiedendole di giocare come sa, con quella scioltezza che è un po’ l’attuale marchio di fabbrica.

E il miracolo, se è lecito usare questa parola nel calcio, si è prodotto. Gol di Leonardo Bonucci, colonna della nostra difesa assieme al suo compagno bianconero Giorgio Chiellini. Dopo il pareggio poco o nulla, sia da una parte che dall’altra, tutto demandato alla lotteria dei calci di rigore. E qui sono stati più gli errori che i tiri centrati, a mostrare l’enorme tensione presente sul terreno di gioco. Quando poi Gianluigi Donnarumma, il nostro portierone, ha parato l’ultimo tiro inglese la vittoria è stata nostra.

Un successo meritato per il gioco espresso in quasi tutta la competizione e per un gruppo davvero eccezionale. In passato ne abbiamo viste di tutti colori in fatto di polemiche amplificate poi dalla stampa. Adesso tutto sembra filare liscio con un tecnico come Mancini e un capo delegazione come Gianluca Vialli, capaci come pochi altri di motivare tutti. Questo si deve fare in Nazionale dove i giocatori, a differenza che nelle squadre di club, si ritrovano solo saltuariamente.

Grande gioia allora! Una vittoria attesa da 53 anni, cinque decenni punteggiati da due finali perse: nel 2000, al golden gol contro la Francia, e nel 2012, contro un’inarrivabile Spagna. Ieri eravamo sfavoriti, giocavamo contro l’Inghilterra e Wembley, quasi tutto lo stadio stava – come è logico – dalla sua parte. E invece tutto questo, alla fine, ci ha persino avvantaggiati perché, a ben vedere, avevamo ben poco da perdere. Lo si è visto ai fatidici calci di rigore dove l’emozione ha sopraffatto gli inglesi, solitamente freddi, ben più di noi.

Godiamoci adesso questo trionfo calcistico che, come tutti i successi sportivi, contribuisce a dare morale a tutto. Dopo un anno e passa di Covid anche il calcio può aiutare la nostra ripartenza, farci credere maggiormente in noi stessi e dar fiducia ai nostri ragazzi dopo tanta didattica a distanza e tanto isolamento. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – come Giuseppe Saragat nel 1968, Sandro Pertini nel 1982 e Giorgio Napolitano nel 2006 – si accompagna a questa vittoria sportiva che può regalarci quel soprassalto, quello scatto in avanti, più che mai necessario per affrontare le sfide che ci attendono.

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