Gualtiero Papurello – Gigi Meroni, la bellezza non muore mai

Domenica 15 ottobre 1967, da qualche ora si è conclusa, allo stadio Comunale, la partita tra Torino e Sampdoria con i granata vittoriosi sui blucerchiati per 4 a 2. Nel corso della serata, dalla radio giunge la notizia che il calciatore del Torino, Luigi Meroni è stato investito da un automobile in corso Re Umberto, mentre stava attraversando a piedi la strada con il suo compagno di squadra Fabrizio Poletti.

Parte da qui, in piena aderenza alla realtà dei fatti, il libro di Gualtiero Papurello, “Gigi Meroni, la bellezza non muore mai” (Atene del Canavese), dedicato al grande fantasista granata. Poi però il racconto si dipana in maniera diversa, facendoci vivere una storia nella quale Meroni, pur ferito, si salva dall’incidente e riprende a giocare normalmente a calcio. Un sollievo per i tifosi del Toro che nell’estate precedente erano scesi addirittura in piazza per protestare contro la società che intendeva cedere il loro beniamino nientemeno che ai rivali della Juventus.

Il libro gioca su quello che avrebbe forse potuto essere e che invece non fu, reinterpretando una vicenda di cui tutti conoscono il tragico finale e che la fantasia dell’autore trasfigura in una realtà parallela. Un racconto ben costruito ed abilmente congegnato, che si cala in modo preciso ed attendibile nel calcio di allora. A dirlo è anche il giornalista sportivo, Gian Paolo Ormezzano che ha scritto la prefazione al libro, riconoscendone tratti di originalità non facilmente riscontrabili in opere analoghe.

Veniamo così trasportati nell’universo del pallone di fine anni Sessanta e primi Settanta nel susseguirsi di campionati, coppe europee e gare della nazionale. Ritroviamo tanti indimenticabili protagonisti di quelle stagioni lontane, tra i quali Meroni fa la sua bella figura di campione. La sua carriera prosegue perchè non interrotta, a soli 24 anni, dalla crudele fatalità di quella notte di metà ottobre e si sviluppa negli anni successivi, sino al momento di appendere le scarpette al fatidico chiodo.

Una trama tutta da assaporare, non immune da colpi di scena e capace, come un buon film giallo, di riservarci qualche sorpresa. Ne risulta un modo un po’ diverso per ricordare quello straordinario giocoliere che fu Gigi Meroni. Un campione che ci ha lasciato troppo presto, rimanendo non solo nel cuore dei tifosi granata ma anche di tutti gli appassionati di calcio.

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