Mangia sano e salverai la Terra

Ho conosciuto Graziella Luttati ad una presentazione al Salone del Libro di Torino, a maggio 2019; ci univa la pubblicazione dei nostri due libri con la stessa Casa Editrice.

Quel che mi è da subito rimasto impresso di lei è il suo sorriso aperto e ottimista, mentre i suoi occhi guardano in alto, verso orizzonti di vita e di lavoro che lei ama scoprire e offre ai suoi lettori con immediata semplicità.

Sì, Graziella Luttati riesce ad essere semplice anche mentre pronuncia grandi verità o parole profetiche.

Come il titolo del suo libro: “Mangia sano e salverai la terra”, Edizioni Mille.

Come le storie che vi ha inserito, in un racconto che ha un solo filo conduttore: migliorare la qualità della vita dei consumatori attraverso una coscienza critica, in una simbiosi che si unisce alla qualità dei prodotti e al lavoro dei produttori che rispettano il ritmo e il ciclo della natura.

Il libro reca in sé più di un sottotitolo, tutti molto rappresentativi del percorso di lettura che si va ad intraprendere.

Circoli virtuosi fra cibo e territorio”.

Piccoli produttori ed economia locale – 20 “eroi” in Piemonte Valle d’Aosta e Liguria”.

La frase di Adelle Davis in apertura è illuminante: “Di sicuro siamo molto di più di ciò che mangiamo, ma comunque ciò che mangiamo può aiutarci ad essere molto di più di quel che siamo”.

Non conoscevo questo nome, sono andato a cercare notizie su di lei…

Adelle Davis (25 febbraio 1904 – 31 maggio 1974) è stata una scrittrice e nutrizionista statunitense, considerata “la più famosa nutrizionista dall’inizio alla metà del XX secolo“. Sostenitrice del miglioramento della salute attraverso la qualità della alimentazione. Ha scritto un primo testo sulla nutrizione nel 1942, seguito da altri quattro libri di successo, tutti rivolti ai consumatori, che elogiavano il valore degli alimenti naturali e criticavano la dieta dell’americano medio. I suoi libri hanno raggiunto oltre 10 milioni di lettori e hanno contribuito a plasmare le abitudini alimentari, non solo nel suo Paese.

Come si possono definire le storie che ci presenta Graziella? Si possono ricomprendere nelle frasi, un po’ di moda, di resistenza e resilienza, come suggerisce la “presentazione”?

Risponderò solo alla fine a questa domanda tutt’altro che retorica!

Per superare le apparenti difficoltà di un linguaggio a me non ancora familiare, sono partito dal fondo per leggere questo libro.

La sezione “Il cioccolato” dà subito il senso della dignità di un prodotto e del valore del lavoro che lo produce, perché dietro al gusto o all’olfatto vi è ben di più..

Borgate alpine, per un innamorato di Elva e della Val Maira come sono io, è pura poesia. A tutti può suggerire l’urgenza della riqualificazione della montagna, prima che un tesoro millenario vada perduto o diventi un museo a cielo aperto.

Evo, parola inflazionata dai mezzi di informazione, diventa una lezione per merito di Graziella Luttati: valorizzare la qualità a discapito della quantità, che ancora impera nei supermercati e sottrae opportunità di lavoro alle nostre terre baciate dal sole! E si scopre che a Pinerolo (TO) si può recuperare un casale del XVIII secolo e mettervi a dimora un uliveto.

Pure colline chiudevano d’intorno
marina e case; ulivi le vestivano
qua e là disseminati come greggi,
o tenui come il fumo di un casale
che veleggi
la faccia candente del cielo
”.

E’ un brano tratto dalla poesia “Fine dell’infanzia” di Eugenio Montale, che Graziella inserisce in questo capitolo, mentre visita una impresa a Dolceacqua (IM).

Farina… alimento trascurato da famiglie sempre meno propense a cucinare in casa… eppur vi sono infinite qualità di farina, che iniziamo a vedere nelle panetterie che presentano pane “all’antica maniera”.

Gastronauta… chi o cosa sarà? Un esperimento sociale che unisce coltivazione della terra, cura di piccoli frutti e prodotti, latte e formaggi, tutto prodotto in loco per portarlo sulla tavola di un ristorante di mezza montagna.

Verdure. Si parte dalle alchimie dell’orto, come nel ricettario di un antico monastero. In una azienda agricola virtuosa di La Morra (CN) “Io ed il mio cane Gastone ci perdiamo nell’arcobaleno arancio di zucche, verde di zucchine floride, rosso di fontane di pomodori”. L’allieva Graziella è andata a scuola da Montale ed è diventata anche poetessa!

Miele. Un apicultore torinese ci apre il suo mondo, l’oro dolce dell’alveare, dopo aver studiato all’Osservatorio di Apicoltura Don Giacomo Angeleri, intitolato a un pioniere italiano di questa coltivazione e produzione.

Vino. “Il vino è il canto della terra verso il cielo” disse Luigi Veronelli. E le vigne dove ci porta Graziella, a Riomaggiore (SP), incastonate fra cielo e terra, hanno davvero qualcosa di eroico. Non è sufficiente stappare una bottiglia di Cinque Terre, con i suoi sapori e profumi, per comprendere la fatica del lavoro che le sta dietro, bisogna andare a camminare tra quei filari strappati alla montagna, scoscesi sul mare, dove cielo e terra si confondono in un balzo verso l’infinito.

Formaggi. Qui si descrivono prodotti da latte d’alpeggio: la sfida del gusto si gioca fra i formaggi dei grandi caseifici e i prodotti di malga o di baita, il cui prezzo non può essere uguale ai primi, perché non rispondono alle stesse logiche. E devono insegnarci qualcosa sul tipo di prodotto alimentare da scegliere per le nostre tavole.

Carne. Entriamo in una “agrimacelleria”: si tratta di un piccolo punto vendita che offre la carne allevata nella propria azienda. E’ l’alimento più delicato, perché va consumato con parsimonia e con coscienza rivolta a quel che si mangia.

Ecco, siamo arrivati alla coscienza del consumatore… Graziella Luttati ci ha condotti per mano in un viaggio rivelatore, una scoperta (capitolo dopo capitolo) che ci fa crescere nella attenzione al consumo e nella sensibilità verso chi produce con criteri e sistemi naturali.

Si può ancora mangiare sano, nonostante l’inquinamento e le piogge acide, perché l’etica dei piccoli produttori intervistati è la stessa: offrire alta qualità ai compratori, che possono entrare nelle loro aziende e guardare con i loro occhi quel che vi accade. La terra e il cielo sono qui, un cerchio che si chiude a favore di chi si rivolgerà a prodotti naturali e non sottoposti a processi industriali.

Anche da qui passa il futuro del nostro pianeta.

Le storie che l’Autrice presenta nel suo lavoro, dedicato (per ora) alle Regioni Piemonte Valle d’Aosta e Liguria, fanno crescere la nostra consapevolezza e ci spingono verso lo scenario di un mondo migliore. Non fermandosi al significato delle parole, bensì attraverso la concretezza del lavoro della terra.

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