“Sulla fame non si specula”. Appello ai candidati a sindaco di Milano

Dopo il “decalogo” pubblichiamo il testo di un altro appello per le amministrative milanesi, promosso da: ACLI Milano, Monza e Brianza – Vita – Action Aid International –Pime – Progetto Bridges – Unimondo.

 

Nella finanza di oggi anche un’alluvione o una siccità prolungata in una certa regione del mondo si possono trasformare in un’opportunità per guadagnare sul mercato finanziario, con rendimenti che possono essere anche del 50 o del 100 per cento. Basta investire in titoli derivati scommettendo sul rialzo dei prezzi alimentari, operazione che si effettua ogni giorno alle borse di Chicago, Londra, Milano.

La speculazione sulle materie prime, dal cibo al petrolio, permette notevoli profitti. Ma chi paga questo gioco sono i tre miliardi di persone che vivono con meno di due dollari al giorno e non possono più permettersi il pane necessario. Così la cifra scandalosa di un miliardo di persone malnutrite rischia di crescere ulteriormente, in un mondo che potrebbe sfamare 11 miliardi di persone.

La campagna “Sulla fame non si specula”, promossa da un gruppo di figure rappresentative della società civile milanese in collaborazione con importanti sigle del non profit come Vita, Action Aid International, Pime e Acli, ha scelto di lanciare da Milano su questo tema un segnale, inviando un appello a tutti i candidati sindaci delle prossime elezioni amministrative.

Al sindaco che governerà l’Expo 2015, per cui è stato scelta il tema impegnativo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, la campagna chiede di far compiere alla città un passo concreto al servizio di un mondo più giusto, sottoscrivendo un codice di condotta che impegna l’amministrazione a non acquistare titoli derivati legati al cibo e a promuovere nel percorso verso l’Expo un appuntamento internazionale, che serva da occasione per una riflessione pubblica sul tema della speculazione finanziaria sui beni alimentari.

Come prima iniziativa la campagna invita gli enti locali a compiere un passo concreto, decidendo di non acquistare più derivati legati al cibo. Sarebbe un segnale forte alla politica nazionale e un modo concreto di declinare un’assunzione di responsabilità glocale. Chi ha fame, ha fame ora. Abbiamo bisogno di gesti concreti subito: cominciamo da Milano.

 

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