Un Manifesto di ispirazione cristiana

Nelle scorse settimane, l’economista Stefano Zamagni si è fatto portatore di un manifesto che, nelle intenzioni dei promotori, vuole costituire le basi per una ritrovata presenza di ispirazione cristiana nella politica italiana. All’elaborazione del documento hanno contribuito diverse realtà del cattolicesimo politico e sociale, tra le quali Politica insieme, Rete bianca e Costruire insieme, con il supporto di altre associazioni cattoliche e popolari.

Ad animare questa iniziativa, la volontà di fondare una proposta incentrata sui valori della Costituzione e sui principi della Dottrina sociale della Chiesa. Non tanto un programma politico, meno che mai partitico, quanto piuttosto un orizzonte culturale, e per certi versi, etico nel quale collocare un progetto di trasformazione della società italiana. Qualcosa di più, dunque, di un semplice richiamo riformista, che secondo i promotori del Manifesto, non sarebbe più sufficiente a contenere le disuguaglianze e a guidare i mutamenti che caratterizzano il nostro tempo. Serve qualcosa che, per l’appunto, incida in modo più profondo sulle nostre basi politiche, economiche e sociali.

Elementi imprescindibili di questa visione, la centralità della persona nella società e nell’economia. Una logica di fondo che non può che partire da un’integrale tutela della vita umana, dal concepimento alla sua conclusione naturale, nel segno dell’accoglienza e in contrapposizione a quella cultura dello scarto che è pienamente congegnale al materialismo capitalista. Non meno duro e insidioso di quello propugnato ai suoi tempi dal comunismo. Altro punto fondante, la difesa della famiglia, insostituibile nucleo umano e sociale per la procreazione e l’educazione dei figli. Una tutela che, in particolare, riguarda l’integrità antropologica del rapporto genitoriale, padre-madre, a volte messo in discussione da un esasperato individualismo che finisce per non cogliere il reale dato della natura umana.

Sul fronte economico, viene ribadito il primato del lavoro sul capitale, in un quadro basato su un’economia di mercato a sfondo sociale dove ampio spazio sia concesso alla partecipazione dei lavoratori nella vita delle imprese. Una risposta alla crisi del capitalismo che passa dalla tutela della persona nel mondo del lavoro per consentire a tutti una vita dignitosa, a partire da adeguati livelli salariali e idonee protezioni sociali. Economia di mercato che però non significa lasciare tutto al mercato. Sanità, previdenza, istruzione devono essere sottratte ad una logica mercantile e privatistica, nel segno della universalità come diritti afferenti ad ogni persona. E sotto questo profilo, diviene essenziale un modello fiscale basato sulla progressività delle imposte e sulla capacità contributiva di ciascuno nei confronti dell’insieme della collettività.

A monte, un modello di sviluppo inclusivo e solidale, con lo sguardo puntato sull’Agenda 2030, riguardo alla sostenibilità ambientale e alla tutela delle risorse naturali. Evidente qui il richiamo all’enciclica Laudato si’ che prospetta un nuovo rapporto tra l’uomo e il creato.

Sul piano politico-istituzionale vi è il riconoscimento di una democrazia basata sul Parlamento, sede della rappresentanza popolare, senza rincorrere suggestioni presidenzialiste, in una prospettiva di federalismo solidale che ridefinisca i rapporti tra lo Stato e le regioni. Tutto questo viene ovviamente collocato in una prospettiva europea, nella volontà di costruire un’Europa unita che contribuisca alla pace e al benessere mondiale.

Emerge quindi dal Manifesto un grande disegno, in grado di fornire molti spunti ad un impegno dei cattolici nell’arena pubblica. In passato era toccato al socialismo porsi come alternativa al capitalismo, che ha finito per imporsi nella sua versione più selvaggia, oggi forse è compito della cultura e del patrimonio del cattolicesimo proporre un nuovo modello sociale. E in fondo, la vera alternativa al materialismo capitalista, tutto rivolto al potere economico, non può che provenire dal solidarismo cattolico e da un nuovo umanesimo basato sulla centralità della persona.

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