Alle nate e ai nati del 2019

Anche gli anni che finiscono con la cifra “9” possono essere, al contempo, sia un’opportunità che un’angoscia per storici e giornalisti che vogliano ricordare coincidenze ed anniversari, come ugualmente lo sono quelli che finiscono per “8”, anche se quelli sono più frequentati. Due sono le date che dovrebbero essere sempre rammentate, il 1789, per la Rivoluzione Francese e il 1989, giusto duecento anni dopo, per la caduta del Muro di Berlino. Se, ancora, vogliamo andare indietro nel tempo, per fatti meno famosi, ricordiamo, nel 1759, la fondazione della prima birreria Guinness e, nel 1859, la morte di Tocqueville, pensatore troppo dimenticato e poco letto; lasciamo poi stare altri eventi accaduti nel 1959,… Il 1899 è quello dei Ragazzi del ’99; il 1939 è l’anno dell’inizio della seconda guerra mondiale; il 1949, quello della Nato e del primo papa cha parla in televisione (francese); il 1969, lo sbarco sulla Luna (a quasi duecento anni esatti dalla nascita di Napoleone, che fu il 15 agosto 1769);….

Se andiamo indietro di cento anni da oggi, nel 1919, accanto all’appello agli “Uomini liberi e forti” di don Sturzo c’è anche la nascita dei fasci mussoliniani (per rimanere in politica, vi nacque anche Carlo Donat Cattin). Ci piace pensare che allora, in Italia, siano nati molti bambini, più che nel corrente anno (ahinoi!), forse per la voglia di vivere di tanti genitori, alla fine della prima grande guerra. Fra quelli, anche alcuni che passeranno alla storia come grandi atleti, anche se purtroppo ci vengono in mente solo uomini (ci siamo ricordati delle atlete olimpiche Ondina Valla ed Amelia Piccinini, ma erano rispettivamente del 1916 e del 1917). Il meno noto di questi sportivi è, probabilmente, Edoardo Mangiarotti, uno schermidore che fu l’olimpionico italiano più medagliato di tutti i tempi, che visse – pensiamo felicemente- fino al 2012. Il più celebre fu invece il ciclista Fausto Coppi, la cui vita si concluse tragicamente nel 1960, appena quarantenne, forse per un caso di mala sanità. Quell’anno nacque anche Valentino Mazzola, la figura più tragica, che, appena trentenne, perse la vita, col suo Grande Torino, il 4 maggio 1949 (altra ricorrenza tonda), a Superga, dove si schiantò l’aereo che portava calciatori, dirigenti, giornalisti, equipaggio e il mito di un’Italia che rinasceva dopo un’altra guerra.

Alle bambine e ai bambini che nascono quest’anno, magari futuri talenti sportivi, che avvenire possiamo augurare? Probabilmente uno simile a quello di Mangiarotti, non a quello di Coppi (per la sua prematura morte, in particolare se fu per una malattia non diagnosticata in tempo) e, soprattutto, non quello di Mazzola, il cui talento si spense troppo presto. Certamente non gli augureremo la sorte di un loro coetaneo, anche se visse fino al 1987. Di religione ebraica, passò dalla lotta partigiana ai campi di concentramento e di sterminio nazisti, come raccontato nel suo libro più noto. Ritornò faticosamente a Torino, riattraversando l’ Europa, lo leggiamo in un altro suo lungo racconto. Infine, morì prematuramente, forse suicida per l’impossibile rimorso di essere sopravvissuto (immeritatamente?) a quelle terribili stragi,… almeno così ci pare di leggerlo nella sua ultima opera, quella che divenne (consapevolmente?) il suo testamento spirituale. E’ chiaro che stiamo parlando dell’autore di Se questo è un uomo, de La tregua, de I sommersi e i salvati,… cioè di Primo Levi.

Alle bambine e ai bambini che nascono quest’anno, ahinoi – ripetiamo- forse molti di meno di quelli di un secolo fa, auguriamo di vivere in un’ Europa che si possa attraversare senza frontiere, per libera scelta dei popoli e non perché una dittatura criminale ne ha abolite molte. Auguriamo loro di conoscere paesi diversi, vedendoli dai finestrini di treni, aerei e corriere,… e non percorrendoli in ciechi vagoni ferroviari piombati; viaggiando cioè liberamente, magari grazie al programma universitario Erasmus, e non come prigionieri senza colpa, destinati alla morte. Auguriamo loro di crescere con bimbi fra loro differenti, senza avere paura del colore della loro pelle o delle loro diverse religioni. Ricordiamoci di quelle incolpevoli vittime di un’ insensata e sanguinosa strage mondiale, andando a votare per l’ Europa, il prossimo 26 maggio.

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