Pensione di cittadinanza. Chi sono i beneficiari?

Mio suocero, 87 anni, artigiano in pensione, proprietario di un modestissimo appartamento in cui vive da sempre e di qualche migliaio di euro di risparmio che, a suo dire, gli serviranno per il suo funerale, percepisce circa 670 euro netti di pensione. Dunque uno dei 500 mila pensionati, decantati da questo Governo, avente diritto alla pensione di cittadinanza, cioè all’integrazione a 780 euro. Sorpresa!! I paletti per accedere all’integrazione sono molto più rigidi di quelli asseriti dagli esponenti di questo Governo, praticamente la pensione di cittadinanza è una bufala, a mio suocero non spetta!! E a chi spetta allora? Fatti quattro conti, alle ACLI li sanno fare, la platea sarà la stessa che attualmente richiede l’assegno sociale, ovvero circa 130 mila nuclei familiari.

Siamo in aprile, a maggio si vota e dopo le elezioni europee, arriverà l’amara sorpresa, la pensione di cittadinanza la vedranno, forse, solo chi percepisce l’assegno sociale o chi vive da solo con la pensione di invalidità al 100%.

Non spetterà la pensione di cittadinanza neanche ai pensionati con trattamento al minimo, maggiorazione e quattordicesima e a quelli con trattamento di invalidità civile al 100% se vivono in una casa di proprietà e si sa, in questo Paese la stragrande maggioranza ha una casa di proprietà ottenuta quasi sempre con enormi sacrifici. Ma non otterrà l’integrazione neppure un nucleo familiare di pensionati con trattamento al minimo e quattordicesima perché supererebbero il limite di reddito familiare.

Ma cosa hanno fatto di male i pensionati in questo Paese?

Tutti i maggiori esperti di economia e sociologi convengono che, oggi, il primo ammortizzatore sociale sono proprio loro, i pensionati, e pure i Governi continuano ad accanirsi contro di loro. Dopo il taglio della perequazione voluta da questo Governo e dai precedenti per le pensioni superiori a 1539 euro lorde mensili, a giugno ricordo ci sarà il conguaglio che i pensionati dovranno restituire, ora vengono anche illusi pur di raccattare qualche voto in più.

La tanto sbandierata pensione di cittadinanza, dunque, non solo non intaccherà minimamente il tema della povertà tra gli anziani, sempre più attuale, ma sostituirà l’efficiente istituto del “reddito di inclusione (Rei), pensato come primo pilastro nella lotta all’esclusione sociale e valida misura di contrasto alla povertà. È vero che le risorse stanziate per il REI erano insufficienti e non consentivano di raggiungere tutte le persone in povertà assoluta, ma si sarebbero potuti aggiungere ulteriori risorse spostando, appunto, quelli stanziati, oggi, per la pensione di cittadinanza, ma già, chi se ne sarebbe accorto in campagna elettorale?

Le pensioni italiane sono tra le più tassate d’Europa e più dei lavoratori dipendenti e mentre l’attenzione è tutta rivolta agli immigrati di colore, sì, intendo quelli che arrivano via mare, la “minoranza” di chi arriva nel nostro Paese, ma i più visibili sul nostro territorio su cui si può organizzare il consenso, in Italia, i pensionati, continuano ad essere “alla canna del gas”.

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